Avion Luxury International Airport Magazine
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PASSIONI ROMBANTI, CUORE DI TOSCANA ROARING PASSION, IN THE HEART OF TUSCANY
Capelli al vento, il sole che bacia le gote. Con quell’aria impertinente, la Lancia Aurelia B24 spider corre veloce. A bordo, Gassman e Trintignan: il volto agrodolce del boom economico nei fotogrammi de “Il sorpasso” (regia di Dino Risi, 1962). Alle spalle, Roma, indolente, e via verso l’avventura lungo la via Aurelia, infilando le curve del Romito, sospesi tra dirupi e sprazzi di mare mansueto, da Castiglioncello a Livorno. Per capire la bellezza, lo sguardo deve posarsi curioso. Solo così, un paesaggio si amplia e diventa dimensione dell’anima. I tanti volti della Toscana si offrono nel caleidoscopio di suggestioni sottili. La mappa delle emozioni ha il sopravvento. Oltre il film. Si riparte da giù. Il mar Tirreno abbraccia il promontorio dell’Argentario, in una sequela di terrazze coltivate a vite, uliveti e piccole baie: lo scrigno segreto di ville esclusive, regno di vip e amanti della barca a vela, a scorgere la mezzaluna isolana di Giannutri, e poi il Giglio. Con Porto Ercole, borgo marinaro, intimo di cortili e piazzette, protetto da robuste fortezze. La vivacità della costa si acquieta tra i silenzi, interrotti dal picchio verde, nella verde distesa di macchia mediterranea del Parco dell’Uccellina, odorosa di mirto, corbezzolo e ginepro. L’idillio maremmano, dolce e materno, cantato da Carducci, è solo increspato da cavalli bradi scorazzanti, da richiami netti di butteri arcigni e dall’ondeggiante tranquillità dei buoi, impressi nei dipinti sospesi di Fattori. La strada si srotola e fiancheggia a distanza, lì, quello scoglio lussureggiante che pare nuotare verso la Corsica: l’isola d’Elba, orlata di spiagge, borghi di charme, rade e piccoli porti. Più su, più su. I pini marittimi ritorti dal vento nell’incanto del Golfo dei Baratti a schiudere riserve naturali, musei e vestigia de la Costa degli Etruschi. Populonia, la necropoli di San Cerbone, l’acqua sulfurea delle piscine terrazzate del Mulino di Saturnia, il profilo medievale di Pitigliano. E, altrove, a
In un’atmosfera alimentata da secoli d’arte, spirito libero e natura ridente, anche le emozioni salgono a bordo e diventano spettatrici. Perché, qui, ogni angolo sorprende e ti conquista In an atmosphere fuelled by centuries of art, free spirit and delightful countryside, even emotions climb on board and become spectators. Because, here, every corner bewitches and holds a surprise
San Guido, dal solitario Oratorio, eccoli, i cipressi a sfilare austeri “in duplice filar” per salire a Bolgheri, lasciando, pure che si punti, poi, verso Marina di Castagneto con quella spiaggia fasciata da pinete. Fino a Livorno e all’animato Mercato delle Vettovaglie, il cacciucco, il Fosso Reale, l’intrico di ponti e canali, nel segno dell’incoercibile sberleffo. Con il propellente di una passione forte legata al mito dell’automobile. Tra spicchi a strapiombo sul mare, castelli e verde, sui tornanti del circuito del Colle di Montenero, antesignano dei Grand Prix di oggi (nel 1937, valido come GP d’Italia, per volontà di Galeazzo Ciano) e teatro di ben cinque vittorie da parte di Nuvolari. Schegge di memoria. La Mille Miglia, agone rievocativo nei rombi di un passato glorioso. Lungo la vecchia Cassia, l’altra consolare, in salita e, giù, in discesa. Dai tornanti del Radicofani, porta d’ingresso. Da qui la vista spazia dall’Appennino al mare e occhieggia sul Lago Trasimeno. Affianco, Abbadia San Salvatore, cuore del Monte Amiata, nella terra di confine, tutta rocche e Grance, percorsa dalla Via Francigena che sfila lungo dolci colline, sfiora il miracolo d’acqua sulfurea e pietra di Bagno Vignoni, annusa i tartufi di San Giovanni d’Asso, s’inebria del famoso Brunello, il vino di Montalcino e s’arresta stupita, per un attimo, là, davanti alla grazia austera di piazza Grande a Montepulciano. La storia della corsa riaffiora. Lamiere luccicanti, dal colore scintillante, serbano un cuore rombante. I pistoni pulsano. I cavalli del motore scalpitano frementi. Bugatti, Bentley, Alfa Romeo, Jaguar, Bmw, Mercedes, MG, Porsche, Ferrari, Aston Martin. Il mito della velocità. Adrenalina pura. Una curva, due, sull’altalena
cangiante di paesaggi che scompaiono per riapparire diversi, quando s’infilano in centri turriti abitati dal silenzio. La Val d’Orcia, aspra e dolce, si offre come tavolozza di colori cangianti, pennellati dal tocco di Piero della Francesca, tra Castelnuovo Berardenga, San Quirico d’Orcia, Pienza e Montepulciano, fino a sfumare nei colli ocra delle Crete senesi. Lontane, ma non troppo, dalle urla schiamazzanti di Piazza del Campo, lì a Siena, di palio addobbata, tra competizione e rivalità diffuse. Lo spirito toscano, insomma, libero e sognatore. E, poi, con il naso all’insù a rimirare la fitta selva di torri in cotto e pietra di San Gimignano, ad accarezzare la contrada del Chianti senese e fiorentino. Colline morbide, sensuali, sinuose strade di campagna, antichi poderi, fattorie, nei colori terragni delle rocce e verde di cipressi e ulivi. Con sullo sfondo le saghe di grandi famiglie patrizie: i Ricasoli, i Mazzei, gli Antinori. Paesaggi e vini da centellinare e gustare con una lentezza d’altri tempi. Meta preferita da sempre di cittadini americani, inglesi, tedeschi che qui affittano o hanno acquistato case e ville di lusso. Apprezzano qualità, privacy e sicurezza. Amano la moda, l’eccellenza dei prodotti, ma anche avvicinarsi all’arte e alla cultura. Itinerario: da Certaldo a Monteriggioni, da Radda a Volpaia, alla badia di Coltibuono, alle sponde dell’Ombrone; da Greve a Castellina in Chianti; dai Colli Aretini alle Colline Pisane. Le suggestioni di Piazza dei Miracoli e, protetta dalla maestosità di Alpi Apuane bianche di marmi, l’allegria vitale della Versilia luminosa, tra spiagge, arenili pettinati, gallerie d’arte e locali in, cedono il passo a Firenze, pulsante di case, strade, piazze e monumenti di un fascino antico. All’ombra della cupola del Brunelleschi, o lungo Ponte Vecchio di botteghe orafe rifulgenti, qui, si raccontano storie che si specchiano in Arno. Di quando la Mille Miglia entrava in città. I bolidi scendevano dal San Gaggio in quarta piena. Scalavano una o due marce. E infilavano a pieni giri piazza di Porta Romana, tra balle di paglia ed entusiasmo. Poi, lontano, laggiù, un nastro d’asfalto che si arrampicava verso le prime balze degli Appennini. Passione pura. Dolce Toscana, cuore vivo.