Avion Luxury International Airport Magazine
MAXI E SUPER: QUESTIONE DI FEELING MAXI AND SUPER: IT ’S THE FEELING THAT MATTERS
Per accontentare i sempre più esigenti armatori nel pianeta scintillante dei superyacht, bisogna lavorare sempre più su concept e contenuti. Offrire qualcosa di diverso a volte è quindi solo possibile da chi non è sempre stato presente nello yachting To please increasingly discerning clients in the sparkling world of superyachts, shipyards work more on concepts and contents. At times, therefore, offering something different is only possible by those who have not always be involved in yachting
A fianco dei grandi marchi che da sempre tutto il mondo ci invidia, e al posto di tanti esperimenti azzardati negli anni in cui l’industria era fin troppo febbrile a causa di un’economia con i piedi ben poco piantati a terra, in Italia c’è ancora spazio per innovare e confermare lo status di eccellenza assoluta nello yachting, specie quando le taglie si fanno “forti” ed entrano in gioco i nomi più importanti della cantieristica. C’è la tradizione viareggina, la pregiata scuola ligure e la forte concorrenza adriatica che, fra Romagna e Marche, vara scafi più o meno grandi e lussuosi. E poi ci sono quelli in parte “convertiti”, con esperienza di navi grandi ad alta tecnologia, come il caso di Rosetti Superyachts, in provincia di Ancona: un’autorità nell’industria petrolifera avanzata che ha messo in campo un amministratore delegato celebre come Fulvio Dodich e la grande firma di Tommaso Spadolini a curare una nuova idea d’impresa. Range da 40 a 150m, voglia di soddisfare anche gli ultimi trend, non da ultimo quello dei supply vessel dove, in una abbondante taglia da 85 metri, si è scelto di condividere la stessa piattaforma tecnica anche su un altro concept che ha fatto parlare di se negli ultimi saloni nautici internazionali, quello dell’85M Superyacht. Con ampie possibilità di scelta, come la coraggiosa voglia di contenere i
pesi e offrire “solo” quattro ponti anziché cinque, con il vantaggio di garantire vere sensazioni di libertà in mare aperto, con superfici e volumi ben più imponenti e rari su questa categoria: basta citare la master stateroom da ben 123 metri quadrati, al netto di bagni separati per armatore e armatrice. Sensazione di sportività, silenziosità e benessere dati anche dall’ampia illuminazione erano invece il leitmotiv del Tankoa S501 Vertige: dagli studi genovesi è venuto fuori un gran bell’esempio di stile e grazia moderna in lega leggera, un esempio di design fortemente “spigoloso” che contraddice i dettami di altre scuole di stile. Curve che non fanno “invecchiare” o meno, l’intento del cantiere, che doveva soddisfare i dettami di un armatore francese, era di produrre un 50 metri che facesse scuola d’eleganza nella sua categoria. Senza farsi mancare il meglio che può offrire la sua categoria nella disposizione interna: sei cabine, sala cinema, percorsi dedicati per gli ospiti e zone pranzo e prendisole esterno sovradimensionato sono solo alcuni dei tratti caratteristici di questo progetto. La capacità di navigare a lungo raggio (più di 5.000 miglia) a 13,5 nodi di media fa capire quanto sia all’avanguardia questo semi-custom, sontuoso nella sua presenza massiccia (che si nota a partire dall’altissima prua) quando discreto nel
design che, dentro e fuori, è merito del genio di Francesco Paszkowski. E infine la tradizione. Pur avendo come “cugino” un certo cantiere Benetti, Azimut Yachts non si fa intimorire e offre concetti più vicini a chi viene da una vita di mare spesa prevalentemente con la propria famiglia e in crociere senza oceani di mezzo. Ma anche in questo caso è il “feeling” a far la differenza: il cliente Azimut trova la sua massima espressione nella linea “Grande”, ora giunta fino a ben 35 metri e in declinazione Wide-Body, deputata a garantire spazi da record per la categoria senza rinunciare all’altezza degli spazi interni, con un possibile quanto raro sundeck su un terzo livello da ben 30 metri quadri. L’ammiraglia vergata ancora da Stefano Righini vivacizza il comparto degli yacht in composito, perché a spazi così allargati e a dettagli tecnici non da poco, come la sovrastruttura realizzata interamente in carbonio, associa qualità di navigazione e finiture di standard superiore. Fra gli aspetti che la rendono ancora più “grande” merita menzione anche la scelta di porre il garage lateralmente, liberando spazio nella poppa che, grazie alla grande piattaforma da bagno pivotante, offre una beach area da 12 metri quadri, che si “aggiunge” ai due beach club, uno sempre a poppa e un altro, con più privacy, per gli ospiti che prediligono la prua.