A misura d’allievo
Egregio direttore, mi scusi il grande pubblico se pretendo con questa mia lettera richiamare l’attenzione su un problema che potrebbe essere ritenuto marginale. A me pare, tuttavia, esemplificativo del “sistema Italia” e pertanto vorrei se ne parlasse. Il 31 luglio scadeva il termine per inoltrare domanda d’insegnamento, con incarico a tempo determinato, nei Conservatori (Decreto Ministeriale del 30.06.2014, n. 526). Ai fini delle graduatorie nazionali, i meriti artistici non sono sostanzialmente menzionati nei titoli che il provvedimento indica per il computo del punteggio. Si tratta di un’omissione incomprensibile ed inaccettabile. C’è chi afferma che questo sia stato determinato dalla rigidità delle organizzazioni sindacali e dall’acquiescenza del Ministero. Da anni i presidenti dei Conservatori, in sintonia con la Conferenza dei direttori, chiedono che siano varate le nuove norme per il reclutamento dei docenti in analogia con quelle dell’università, tra l’altro inserite in una proposta di decreto che giace irresponsabilmente non approvato da parecchi anni. Come assicurare la qualità della formazione musicale nel nostro Paese, pensando che un titolo di studio e una carta bollata possano sostituirsi alla dedizione, al coraggio, all’intraprendenza e in definitiva alla genialità di persone che hanno saputo e voluto fare dell’arte la loro professione? Questi possono essere i veri maestri, non gli anonimi possessori di un titolo di didattica di un’arte che non hanno mai praticato. Gentile Anna, sfogli le pagine di questo numero: ci occupiamo di scuola e formazione, convinti della loro centralità. Per questo la sua denuncia fa doppiamente male. Se ne sapeva già qualcosa per via di un’analoga protesta diffusa via web da Roberto Prosseda. Il pianista ha fatto circolare un video in cui spiegava la sua situazione: concertista, ricercatore di partiture dimenticate, protagonista di pubblicazioni discografiche degne di nota (per esempio: l’Integrale di Mendelssohn al pianoforte per Decca) non può insegnare nei Conservatori. Prima di lui, nelle graduatorie, c’è un esercito di precari che attende il posto: il merito di quest’ultimi è quello di averlo occupato per un certo periodo di tempo. Altra storia: Salvatore Sciarrino, compositore eseguito in tutto il mondo, vorrebbe tornare a insegnare, ma gli manca la “continuità” didattica. Forse c’è per lui un posto in Val Camonica o a Lampedusa... Insomma, cara Anna, solidarizziamo con lei. Il governo ha promesso di dare al sistema scolastico competenza e competitività: chi è più bravo, chi ha più titoli - di studio e artistici - non può rimanere fuori dalla porta. Certo, l’esperienza conta; e ad insegnare, s’impara: per dire, non è detto che Pollini possa essere il miglior docente di pianoforte. Ma l’anzianità non può essere l’unico criterio di selezione, imposto dal sindacalismo più regressivo e corporativo. E soprattutto il Conservatorio-Università non può permettersi di far passare avanti i protetti (con punteggio più alto perché magari hanno tanti figli o genitori a carico) a scapito dei meritevoli. Serve una formazione a misura d’allievo, non di professore. la stessa Siae. Per dire, e mi scuso se scendo sul tecnico: la Società pretende che si paghi il compenso sull’intero numero dei cd stampati, non solo sulle copie vendute (come qualunque royalty discografica). Una follia se non ti chiami Rizzoli o Mondadori. È vero, quegli importi li puoi recuperare: ma dopo anni e... al prossimo pagamento! Inoltre non ci sono margini di trattativa, né proposte ad hoc per sostenere una musica che - parliamoci chiaro - ha poco mercato: farlo sarebbe un obbligo. La verità è che a questa Siae del bravo compositore non interessa nulla, tanto i guadagni saranno sempre irrilevanti rispetto a quelli di Pausini e Ligabue. Si vivacchia con le percentuali delle esecuzioni dal vivo, compromettendo però diffusione e circolazione. Detto questo: non direi che presentiamo incisioni con brani triti e ritriti. Lo sforzo che facciamo è quello d’incuriosire: dall’integrale delle Ouvertures di Mendelssohn, al Trio e alla Sonata per violoncello di Chopin; dallo Stabat di Haydn alle Sonate per pianoforte complete di Mendelssohn; dal Trio di Ciaikovskij con Sonata per violino di Janácek a tutti i Concerti per violino di Haydn, per stare agli ultimi mesi. Li aveva tutti questi brani nella sua collezione? Affidati a musicisti non proprio sconosciuti che di nome fanno Abbado, Argerich, Pinnnock, Gardiner, Kremer e Accardo?