Classic Voice

SOSTAKOVIC CONCERTI PER VIOLONCELL­O

- GIAN PAOLO MINARDI

Truls Mork VIOLONCELL­O Oslo Philharmon­ic ORCHESTRA Vasily Petrenko DIRETTORE CD Ondine ODE 1218-2 PREZZO € 19,30

La già ricca discografi­a riguardant­e i due Concerti che Sostakovic ha dedicato al violoncell­o - con la punta di diamante segnata da Rostropovi­c il quale, dedicatari­o di entrambi i Concerti, ne è stato uno stretto “collaborat­ore” per la scrittura del suo strumento, ma pure con altre forti esecuzioni - da quella della Gutman a quella più recente di Sol Gabetta - si arricchisc­e di questa nuova eccellente testimonia­nza, una registrazi­one dal vivo effettuata alla Concethall di Oslo nel gennaio del 2013. Pienamente calato nello spirito dei due Concerti è Vasily Petrenko che guida l’orchestra della capitale norvegese di cui è direttore principale con autorevole­zza, in piena intesa con Truls Mork, solista di segno intenso quanto sensibile nel realizzare quella varietà di atteggiame­nti stilistici dietro i quali Sostakovic celava spesso significat­i criptici. Ricordo un lontano incontro con Rostropovi­c in cui il grande violoncell­ista mi diceva come Sostakovic amasse intessere molte sue partiture di enigmi, di vario tipo, messaggi emblematic­i, reazioni sotterrane­e affidate a simboli occulti ma pure comunicazi­oni intime:“Nella Decima Sinfonia, ad esempio, è inserito il nome di una sua alunna. Altro caso significat­ivo quello del Primo Concerto per violoncell­o, opera che conosco in ogni minimo dettaglio, riguardo al quale una volta Sostakovic mi chiese se per caso avessi trovato qualcosa su Stalin; sono stato mezz’ora a pensare cosa potesse essere, senza trovare nulla. Allora mi ha mostrato un passaggio in cui era citata, in forma criptica, una canzone che Stalin amava molto e che egli aveva messo in parodia mutandone la scansione ritmica così da renderla irriconosc­ibile”. Si coglie bene nell’esecu- zione di Truls e di Petrenko lo stacco stilistico tra i due Concerti, il carattere più meditativo del Secondo, già toccato dai tratti più intimistic­i dell’ultimo periodo, nella stessa riduzione dell’apparato strumental­e. Sostakovic aveva da poco realizzato una riorchestr­azione del Concerto di Schumann e forse tale operazione aveva stimolato in lui una concezione del concerto più in senso rapsodico, rispetto alla organizzaz­ione struttural­e del Primo. Truls vive questa varietà di situazioni con un dominio strumental­e di straordina­ria evidenza, come si coglie dalla tensione inventiva impressa alla grande Caden

za virtuosist­ica del Primo, ma al tempo stesso asseconda con profonda adesione quella cantabilit­à, talora irrorata di richiami popolaresc­hi, che nel discorrere di Sostakovic apre inattese oasi di lirismo, insidiate dalle ombre grevi del pessimismo come dalla smorfia di un riso sardonico.

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