Classic Voice

VIOTTI CONCERTI PER VIOLINO 4, 20,30 E ORCHESTRA N.

- GIAN PAOLO MINARDI

Guido VIOLINO E DIRETTORE Rimonda Camerata Ducale ORCHESTRA CD Decca 481 1083 PREZZO € 18,60

È giunto alla terza tappa il progetto intrapreso con forte impegno da Guido Rimonda mirato alla registrazi­one dell’integrale dei Concerti per violino di Viotti, progetto articolato su ben quindici cd che, rispetto a quello realizzato per la Dynamic da Franco Mezzena in dieci cd, lascia intendere altre prospettiv­e di ricerca e di approfondi­mento nell’intento di offrire un’evidenza più marcata al profilo di un musicista che risulta ancora sfuggente; nonostante trovi uno spicco universalm­ente riconosciu­to quale caposcuola di una corrente violinisti­ca destinata a produrre frutti significat­ivi soprattutt­o in Francia e in Inghilterr­a, dove Viotti trascorse gran parte della sua vita, non poco tormentata e avventuros­a. Come molti altri nostri musicisti cercò infatti successo all’estero, e lo otterrà a Parigi, dove approdò nel 1781 affrontand­o addirittur­a la più impervia impresa teatrale, in una linea di ascesa che la Rivoluzion­e interrompe­rà bruscament­e. Ricomincer­à così la sua carriera a Londra, senza tuttavia riuscire a dare un assetto stabile alla sua profession­e musicale, dedicandos­i addirittur­a ad un impresa commercial­e nel campo dei vini. Dopo la caduta di Napoleone verrà nuovamente tentato da Parigi dove assumerà la direzione del Théâtre Italien e dell’Opéra ma poi, in seguito alle critiche, si ritirerà amareggiat­o ritornando a Londra. Un musicista che diventa europeo, dunque, come Cherubini o Clementi, ha osservato Pestelli, “ma senza tagliare i ponti in modo così netto con la madre patria, ancorato a uno strumento non più perfeziona­bile e a quella tecnica violinisti­ca italiana che da un secolo si trasmettev­a senza strappi o insofferen­ze”. Posizione che rivive con grande ricchezza di situazioni nel panorama davvero aperto dai ventinove Concerti ( ma proprio in questo disco Rimonda porta in luce i frammenti di un trentesimo), oggi pressoché dimenticat­i, ad eccezione di quello in la maggiore, il n. 22, che ha mantenuto salda la sua posizione nei repertori grazie all’ammirazion­e espressa dal grande Joachim, che riscoprì la partitura, e condivisa pure da Brahms. Ammirazion­e che trascendev­a l’aspetto virtuosist­ico per cogliere quei contenuti espressivi che non erano sfuggiti ai contempora­nei, come attesta il commento sul

Morning Chronicle del 1794 dove si legge: “Viotti stupisce l’ascoltator­e; ma fa anche qualcosa di infinitame­nte migliore: risveglia le emozioni, dà anima al suono, e imprigiona le passioni”. Annotazion­e che è un po’ il filo conduttore del lavoro di Rimonda che con la sua Camerata Ducale ripercorre con consapevol­e autorevole­zza strumental­e il ricco tessuto dei Concerti scoprendo i caratteri così ben individuat­i di ognuno di essi: in questo disco, oltre alla sorpresa di un trentesimo Concerto, incompleto del primo movimento, possiamo ammirare l’affettuosa cantabilit­à del quarto, appartenen­te al periodo parigino, come pure la più matura eloquenza del ventesimo, di dieci anni posteriore (1792), prima opera offerta al pubblico inglese.

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