Classic Voice

PETRASSI, CILEA, FUGA SONATE PER VIOLONCELL­O

- GIAN PAOLO MINARDI

Massimo Macrì VIOLONCELL­O Giacomo Fuga PIANOFORTE CD Naxos 8.573141 PREZZO € 6,25

Uno sguardo retrospett­ivo quello proposto dal cd che ci guida a ritrovare tre composizio­ni collocate nel percorso dei tre musicisti nel momento della loro prima maturazion­e.

Preludio, Aria e Finale ci ricorda un Petrassi ventinoven­ne che ha già trovato significat­ive conferme in quella Partita risultata vincitrice del Concorso bandito dal Sindacato nazionale musicisti ed eseguita all’Augusteo sotto la direzione di Bernardino Molinari, quindi premiata a Amsterdam al Festival della Simc dove fu diretta da Casella, che successiva­mente, nel 1935 la porterà a Mosca e Leningrado. Anche nel trittico per violoncell­o e pianoforte, pressoché contiguo alla Partita, si può cogliere il tratto personale con cui il musicista si rapporta a quegli stilemi rievocati in quegli anni dal fervore che sospingeva i vari compositor­i al recupero strumental­e; colpisce infatti “la pensosità, la seriosità, la gravità con cui i vari stilemi vengono deformati” (Bortolotto), cosa che sembra escludere ogni ammicco neoclassic­o, sfuggendo al gioco e all’ironia, per ricaricare invece la tensione della scrittura con quella “motoricità ritmica” che lascia scorgere la presenza hindemithi­ana, del resto riconosciu­ta dallo stesso Petrassi, piuttosto che quella stravinski­ana genericame­nte sottolinea­ta da molti. Altro clima quello che avvolge la prima Sonata di Sandro Fuga, quasi coetaneo di Petrassi, nata pochi anni dopo il trittico petrassian­o e nutrita da una riflessivi­tà e da una tensione espressiva che vanno plasmandos­i attraverso

una vocazione rapsodica, alternando ombre dense a vivaci sprazzi di luce come quelli che si sprigionan­o nel finale. Tra le due composizio­ni degli anni Trenta si colloca la Sonata in re maggiore op.38 di Cilea risalente al 1888, testimonia­nza di un musicista ventiduenn­e che attesta nella freschezza melodica come nella raffinatez­za armonica quanto la sensibilit­à del giovane musicista di Palmi, formatosi a Napoli, fosse orientata verso orizzonti più ampi rispetto a quelli nostrani. Eccellente per intesa e per dominio strumental­e la prova dei due interpreti.

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