Classic Voice

BERLIOZ LA MORT CLéOPâTRE DE SCHöNBERG ERWARTUNG POULENC MONTéCARLO

- GUIDO SALVETTI

INTERPRETI Nadja Michael, Kathryn Harries, Ketevan Kemoklidze DIRETTORE John Axelrod ORCHESTRA Verdi REGIA Frédéric Fisbach FESTIVAL dei due mondi

“Ma Nadja Michael cancella quel dibattersi isterico che Schönberg intendeva ottenere con continui intenerime­nti mnestici di tipo sentimenta­le”

Nell’edizione 2014 del Festival dei due mondi di Spoleto la musica ha assunto un ruolo importante non solo per gli eventi “musicali”, in senso stretto, ma anche per come ha partecipat­o da coprotagon­ista in alcuni importanti eventi teatrali. Il Peter Pan di Bob Wilson, ad esempio, ha coinvolto nell’inesauribi­le vitalità ( e comicità) degli attori del Berliner Ensemble un sedicente “folk psichedeli­co” delle sorelle Cocorosie, a cui si devono magnifiche invenzioni timbricoon­omatopeich­e e scatenato rock. Verso la fine del lungo spettacolo prevale purtroppo la melensaggi­ne canzonetti­stica: ma il successo complessiv­o lo si deve non poco alla prestazion­e dei numerosi strumentis­ti, versati nella manipolazi­one

informatic­a del suono. Anche nel Sogno di una notte di mezza estate per la regia di Tim Robbins, in cui le poetiche suggestion­i sceniche di Shakespear­e sono state realizzate con fantasiosi e incessanti movimenti degli attori, ho trovato notevoli gli interventi musicali di due musicisti: il plurivalen­te e versatile Dave Robbins e la violoncell­ista Mikala Schmitz. Tra i tanti eventi più propriamen­te musicali (i Concerti di Mezzogiorn­o, il Concerto in piazza, il Concerto della Cherubini diretta da Muti, i Concerti nel chiostro gestiti dal Conservato­rio di Perugia, e tanto ancora) credo che il momento centrale della programmaz­ione musicale possa essere indicato nell’allestimen­to scenico, al Teatro Nuovo di tre - diciamo così - “atti unici”: la “scena lirica” La Mort de Cléopâtre di Berlioz, il “monologo lirico” Montécarlo di Fronçois Poulenc e il “monodramma”

Erwartung di Schönberg. La riuscita di questa pur singolare produzione si è basata in pari misura sulla bravura, anche scenica, delle tre interpreti, sulla sintetica efficacia del regista Frédéric Fisbach, e sulla buona prestazion­e dell’Orchestra Verdi di Milano, diretta da John Axelrod. Memorabile l’intensità drammatica di Cleopatra, oscillante tra la rievocazio­ne dei ricordi di gloria e di felicità e la scelta attuale del suicidio: tanto pregnante è stato il gesto vocale e scenico del mezzosopra­no Ketevan Kemoklidze da far dimenticar­e

la scarsa udibilità delle parole. Deliziosa la recitazion­e, quasi da chansonniè­re, dell’anziana Dame, rovinata dal gioco d’azzardo: la voce un poco fânée di Kathryn Harries si è dimostrata perfetta in questo ruolo. Ardimentos­a l’esecuzione di Nadja Michael in Erwartung: una prestazion­e tutta improntata al drammatism­o più spinto, tipo Salome o Elektra (o Lady Macbeth, se si vuole): al punto dall’aver cancellato quel dibattersi isterico che Schönberg intendeva ottenere con continui intenerime­nti mnestici di tipo sentimenta­le. La riuscita di questi allestimen­ti sarebbe stata quindi comunque garantita. Non c’era alcun bisogno che, nel bosco dove la Donna inciampa nel cadavere del suo uomo, scoprendol­o traditore, ci fosse un coupé Alfaromeo, dal cui sportello scivolasse il cadavere della rivale, destinata per altro a risorgere (miracolo!) e ad andarsene mentre quell’altra si dilania. Avremmo lodato Fisbach anche senza questo conclusivo exploit.

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“Erwartung” di Schoenberg al Festival di Spoleto

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