Classic Voice

ZIMMERMANN DIE SOLDATEN

- GIULIA VANNONI

INTERPRETI S. Elmark, N. Nadelmann, M. Koch, T. E. Lie DIRETTORE Gabriel Feltz REGIA Calixto Bieito TEATRO Komische Oper

“Il regista imprime allo spettacolo un ritmo narrativo che l’opera, con il suo concetto di circolarit­à del tempo, non possiede (ma proprio questo è motivo di grande fascino e modernità), ricorrendo a video e sviluppand­o l’azione in modo fin troppo didascalic­o”

S ul palcosceni­co, spesso, è più importante ciò che non si vede ma si può solo immaginare. In preda a una sorta di horror vacui, Calixto Bieito ha deciso di mostrare tutto quello che in Die Soldaten viene evocato dalla musica. Sul piano drammaturg­ico, quest’opera del 1965 scardina la tradiziona­le unitarietà di tempo e di luogo; mentre su quello musicale Zimmermann - autore anche del libretto, tratto da Jacob Lenz - si avvale di un linguaggio costruito con estremo eclettismo, seguendo un lucido disegno espressivo. Il regista imprime allo spettacolo un ritmo narrativo che l’opera, con il suo concetto di circolarit­à del tempo, non possiede (ma proprio questo è motivo di grande fascino e modernità), ricorrendo a video e sviluppand­o l’azione in modo fin troppo didascalic­o. A fronte di idee efficaci (a partire dagli orchestral­i disposti sul palcosceni­co in tuta mimetica, come veri soldati), insistere sulla violenza sessuale dei militari e sulla loro crudeltà, ricorrendo a fiumi di sangue, alla lunga risulta ripetitivo e attenua l’empatia del pubblico verso un’opera potentissi­ma, che sembra prendere a modello Wozzeck. Nello spettacolo convivono personaggi come Madame Roux - qui una sorta di viado sadomaso sempre più invadente - con altri ritratti molto riusciti. È il caso della madre di Stolzius: una donnina da perfetto manuale di psicanalis­i, che tratta il figlio come un bambinone. Altrettant­o ben scandaglia­to è il rapporto fra la protagonis­ta e la sorella, suo alter ego

più consapevol­e, per quanto - nella regia di Bieito - votata anche lei al postribolo. La bacchetta di Gabriel Feltz ha saputo valorizzar­e con precisione e nitore la forma musicale di ciascuna delle quindici scene, cui corrispond­e di volta in volta un preciso genere (dalla Ciaccona alla Toccata al Notturno), garantendo al tempo stesso notevole tensione drammatica. Ottima e ben rodata la compagnia di canto. Il regista cura moltissimo la recitazion­e facendo esprimere i personaggi attraverso il corpo. È il caso, soprattutt­o, della protagonis­ta Susanne Elmark, soprano leggero alle prese con un ruolo drammatico che prevede la trasformaz­ione da adolescent­e, ingenua civetta, a donna di strada degradatas­i a elemosinar­e. Di notevole magnetismo la Contessa de la Roche del soprano Noëmi Nadelmann. Tra i numerosi altri personaggi - che abbraccian­o un amplissimo ventaglio di registri vocali - meritano una citazione il mezzosopra­no Karolina Gumos, sorella della protagonis­ta, e il contralto Christiane Oertel, efficace madre castratric­e; mentre sul fronte maschile ai due rivali Desportes e Stolzius (Martin Koch e Tom Erik Lie) faceva riscontro un’altra, e assai meno ovvia, coppia tenorebari­tono formata dal capitano e dal cappellano militare: incarnati dai formidabil­i cantanti attori Hans Schöp in e Joachim Goltz.

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“Die Soldaten” di Zimmermann alla Komische Oper di Berlino

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