Reinventare il recital
I tre tenori
Fu una rivelazione l’epifania simultanea di José Carreras, Placido Domingo e Luciano Pavarotti. Il 7 luglio 1990, alla vigilia della finale di Coppa del Mondo. Diretti da Zubin Mehta, i tre tenori diedero avvio a un marchio globale, che ha mischiato repertorio colto e pop. Folle oceaniche ne hanno seguito il doppio percorso, concertistico e discografico, dallo stadio Olimpico di Tokyo alla Konzerthaus di Vienna. “Mi spiace per i puristi”, dirà Domingo a più riprese, “ma il pubblico va allargato”.
Roberto Prosseda
Da quattro anni il pianista Roberto Prosseda indaga il rapporto fra musica e tecnologia proponendo alcuni recital in compagnia del robot TeoTronico, una macchina dalle fattezze umane (vestita pure in frac) in grado di abbassare con varie gradazioni dinamiche i tasti del pianoforte. Il 26 agosto 2012 i due hanno debuttato alla Philharmonie di Berlino con i Berliner Symphoniker in un concerto per famiglie. TeoTronico ha suonato anche in Turchia, all’Ankara Music Festival, nel Concerto K 488 di Mozart.
Viktoria Mullova
A piedi nudi nel palco: accostando jazz, klezmer, repertori gitani e nordafricani alle musiche di Bartók e Kodály, la violinista russa Viktoria Mullova s’è presentata in sala scalza, imbracciando il suo Stradivari. Lo ha fatto in occasione del suo tour “The Peasant Girl” (la ragazza di campagna), compiuto nel 2014 con il marito violoncellista Matthew Barley. Per la Mullova si trattò anche di un omaggio alle proprie origini “paesane”: i suoi nonni, infatti, pro- venivano da un villaggio ucraino.
Lang Lang
Un iPad, e il bis è servito. Il pianista cinese Lang Lang ha usato la tavoletta Apple a San Francisco nel 2010 per eseguire il primo dei suoi tre bis, utilizzando l’applicazione Magic Piano: si trattava del Volo del calabrone di Rimskij Korsakov. La tecnica era semplice: ad ogni tocco del dito sullo schermo, corrispondeva una singola nota preimpostata. A Lang Lang non restava che picchiettare velocemente le dita sul suo nove pollici. Esercizio di mera velocità, eppure ha fatto il giro del mondo.