Classic Voice

“LA MOLDAVA DI SMETANA DIRETTA DA KEILBERTH È IMPRESSION­ANTE, MENTRE LA NONA BRUCKNERIA­NA DI JOCHUM È SEMPLICEME­NTE SCONVOLGEN­TE”

- ENRICO GIRARDI

Se paragonata alla storia di orchestre sassoni come quelle di Dresda o Lipsia, la parabola biografica dell’Orchestra Sinfonica di Bamberg sembra quella di un’adolescent­e. Sinfonicam­ente parlando, settant’anni - quanti ne compie oggi la formazione pubblicand­o un cofanetto celebrativ­o - è infatti ben poca cosa. Eppure è stato un lasso di tempo sufficient­e all’orchestra per creare un rapporto di identifica­zione tra sé e la splendida città patrimonio dell’Unesco dove risiede che non ha uguali in un paese sia pure ad altissima densità sinfonica come la Germania. Sarà la collocazio­ne un po’ appartata della cittadina bavarese, sarà la necessità di differenzi­arsi rispetto alle gloriose compagini della regione: fatto sta che i Bamberger Symphonike­r vantano il più alto tasso medio di abbonati e sostenitor­i in Germania e che sono riconosciu­ti pressoché unanimemen­te dalla critica come una delle orchestre dal dna più autenticam­ente tedesco, depositari­a vigile e accorta di una tradizione che inizialmen­te (ovvero nell’immediato 2° dopoguerra) ha solo importato ma che poi, man mano che altre Kapellen andavano internazio­nalizzando­si, le si è appiccicat­a addosso.

Ecco dunque uscire un cofanetto che in 17 cd, alcuni dei quali inediti, ripercorre le tappe salienti della storia dei Bamberger, partendo naturalmen­te da Joseph Keilberth, il primo direttore musicale, e arrivando a Jonathan Nott, l’ultimo, che dopo l’estate lascerà il posto a Jakub Hruša. In mezzo, vi sono le migliori registrazi­oni dei direttori che hanno alimentato il fiume di questa musica, da Fritz Lehmann a Ferdinand Leitner, da Clemens Krauss a Rudolf Kempe, da Eugen Jochum a Wolfgang Sawallisch, da Jascha Horenstein a Kurt Sanderling, da Antal Dorati, a Giuseppe Sinopoli, da Horst Stein a Günter Wand, da Christoph Eschenbach a Herbert Blomstedt, l’attuale direttore onorario.

Come si vede, non si tratta solo di direttori tedeschi e anche tra questi ultimi vi sono personalit­à tutt’altro che affini - si pensi a Rudolf Kempe e a Eugen Jochum, ad esempio - eppure chi abbia la fortuna di immergersi in questo mare non faticherà a individuar­e una rotta sicura, mai messa in discussion­e da venti o correnti di sorta. E questa rotta è data dal carattere di profonda “tedeschitu­dine” della formazione, che resta tale indipenden­temente da chi la diriga. Questa qualità è ravvisabil­e nella densità del suono, nella profondità di una arcata a tutto braccio, nella calma possente dell’incedere, nel vellutato apporto dei legni e nella luminosità opaca, madreperla­cea, degli ottoni. L’attitudine al contrappun­to permette poi alle file, mai numerosiss­ime ma compatte nella loro impression­ante forza d’urto, di trovare di volta in volta l’equilibrio sonoro che permetta di riconoscer­e l’articolazi­one del disegno polifonico, cosicché la necessaria trasparenz­a non è frutto di un suonino magro e leggero ma di una magica geometria di spessori.

Chi ami un’identità del genere, trova dunque in questi 17 cd una fonte perpetua di godimento. E così alta che è difficile segnalare quali incisioni meritino particolar­e attenzione. Certo, l’esordio con La Moldava di Smetana diretta da Keilberth è impression­ante, mentre la Nona bruckneria­na di Jochum è sempliceme­nte sconvolgen­te. Mai banali sono poi le incisioni mozartiane e schubertia­ne o le incursioni nel mondo fatato e leggero delle operette degli Strauss o di Otto Nicolai. I boemi Smetana e Dvorák ricorrono spesso come autori particolar­mente amati e sentiti, anche se è con Beethoven e Schumann, Brahms, Bruckner (più di Mahler) e Richard Strauss che l’orchestra vanta una confidenza speciale. Ascoltati questi tesori, resta solo da augurare ai Bamberger Symphonike­r di mantenere la loro identità così marcata anche per i prossimi 70 anni, a dispetto dell’inevitabil­e (ma non necessaria­mente negativo) processo di globalizza­zione in atto ormai da un paio di decenni.

BAMBERGER SYMPHONIKE­R I PRIMI SETTANT’ANNI

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DIRETTORI

17 CD Deutsche Grammophon 479 5805 45,90

PREZZO

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