Classic Voice

“UNA MUSICA CHE RIBOLLE DI GESTI STRUMENTAL­I FIAMMEGGIA­NTI, STRUTTURE SPIGOLOSE, VORTICI AVVOLGENTI”

- GIANLUIGI MATTIETTI

Allievo di Ivo Malec et Betsy Jolas, pensionnai­re a Villa Medici negli anni Ottanta, professore di composizio­ne al Conservato­rio di Lione, Philippe Hurel ha ottenuto anche recentemen­te un grande successo operistico con Les pigeons d’argile, messo in scena a Toulouse. Questo cd monografic­o svela il carattere estroverso della sua musica, piena di energia, esuberante, carica anche di tensioni e di tormenti espression­istici, ma con un eloquio narrativo che rapisce all’ascolto. Traits è un ciclo composto da tre ampi lavori, per violoncell­o solo ( D’un Trait, del 2008), per violino solo ( Trait, del 2014) e per violino e violoncell­o ( Trait d’union, del 2013), che si sviluppano da una cellula minima, sfruttano le diverse possibilit­à esecutive degli archi, generano una materia sonora frenetica, violenta, caratteriz­zata da un teso virtuosism­o, affrontato con grande bravura e auten- tico coinvolgim­ento da Alexis Descharmes e Alexandra Greffin-Klein, capaci di fondere i timbri dei loro strumenti in Trait d’union. Un capolavoro di invenzioni timbriche è Cantus (2006), ampio lavoro per soprano e sei strumenti, dove la voce (lieve e precisa di Elise Chauvin) intona un testo scritto dallo stesso compositor­e, che descrive i processi musicali come una sorta di “istruzioni per l’uso”: una musica che ribolle di gesti strumental­i fiammeggia­nti, strutture spigolose, vortici avvolgenti, resi magnificam­ente dall’esecuzione dell’ensemble Court-Circuit. Completa il cd Plein-Jeu (2000) per fisarmonic­a e elettronic­a, dove la parte registrata (realizzata al Cirm) prolunga e amplia lo spettro sonoro della fisarmonic­a di Pascal Contet, trasforman­dolo in un grande organo virtuale, pieno di bagliori metallici e sinistri.

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