Cartelloni transgender?
MiTo detta la linea. Ma la commistione tra i generi bisogna saperla fare. Si va da Ravenna, che dedica la sua stagione all’operetta, al Maggio che ingaggia la pop star MiKa
MiTo torna classico. Ha colpito la decisione - in controtendenza - di esonerare gli altri generi musicali dal Festival più pop d’Italia. In compenso, bisogna dirlo, la direzione artistica più che a far coesistere classica, antica, contemporanea, jazz, etnica e pop ha badato ai programmi: non c’era un concerto “d’agenzia”, con locandine fotocopia, tutti declinavano con originalità il tema “Padri e figli”. Perdendo magari qualcosa nel prestigio internazionale degli interpreti: qui bisognerà lavorare per evitare le affettuosità e pacche sulla spalla (Noseda a Milano, Chailly a Torino). Comunque, il pubblico ha gradito e la cifra di quasi 100 mila spettatori tra Milano e Torino è una buona base per il futuro.
E però il dialogo fra generi - che Settembre musica fin dalle origini torinesi declinò “aprendo” e inglobando territori limitrofi al grande repertorio - non è un valore da dismettere. Ma semmai da calibrare. La “classica” non è sovrapponibile al jazz, all’etnico o all’elettronica più arrabbiata, sono linguaggi diversi. Ma non è escluso che questi universi possano dialogare. Anzi, è certo: lo dimostra la storia della musica. Conta allora individuare le esperienze giuste, autentiche. Piace per esempio che l’Alighieri di Ravenna abbia deciso di dedicare la sua stagione alla gloriosa operetta austroungarica. Anni fa si sarebbe storto il naso, oggi no.
Dal 14 al 23 ottobre Gräfin Mariza (La Contessa Maritza), Die Fledermaus (Il pipistrello, nella foto) e Die lustige Witwe (La vedova allegra), il noto trittico danubiano, si alternano a mo’ di festival, come prosecuzione lirica della rassegna ravennate estiva. Le si ascolterà e vedrà in tre produzioni dei principali teatri ungheresi, per salvaguardarne spirito e autenticità. Si resta perplessi, invece, quando si apprende che il Maggio musicale fiorentino ha ingaggiato la pop star Mika per due concerti sinfonici (il 30 e 31 dicembre) con l’orchestra e il coro del teatro. Chissà perché nel vecchio MiTo, al Festival RomaEuropa o a Ravenna, le contaminazioni sembrano intriganti e feconde, e questa invece appare come un organismo geneticamente modificato.