Sciarrino “Leone” alla Biennale di Fedele
Un 60° Festival che guarda alla contemporaneità inglobando diverse correnti jazz, live set e musica digitale. Con 46 prime assolute inaugurate da Sciarrino “Leone d’oro”
Ottantacinque compositori, prevalentemente trenta-quarantenni ed equamente divisi tra italiani e stranieri, ventisei concerti con quarantasei prime assolute, ventisette prime italiane e venticinque commissioni. Sono numeri importanti che fanno della 60a edizione del Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia, in programma dal 7 al 16 ottobre, uno degli appuntamenti più attesi dell’anno. Un entusiasmo condiviso anche dal compositore Ivan Fedele (foto in alto), al suo ultimo anno di direzione, che annuncia alcune inedite “incursioni”.
Spicca la novità dei live set con jam session e dj-set. Com’è nata l’idea?
“In questi anni di direzione del Festival, ricevendo richieste e proposte tra le più disparate, mi sono reso conto di quanto esista un’attenzione al dato musicale anche in quei generi che, apparentemente, si rivolgono al ‘mercato’. In realtà, quando ho sentito parlare queste persone mi sono accorto che raccontano di una loro ricerca del suono, tentando nuove solu- zioni per il loro linguaggio. Mi è sembrato così interessante aprire una finestra ad hoc per far capire come la contemporaneità non sia qualcosa di esclusivo della cosiddetta ‘musica di scrittura’, ma che appartenga anche ad altri mondi”.
Che cosa ha riservato a questi artisti durante il Festival?
“Ho creato una sezione di appuntamenti, intitolato 23 Off#, che li vede esibirsi, in tarda serata, alle ore 23, orario in cui sono soliti prodursi, al Teatro alle Tese e alla Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, commissionando, per la prima volta per la Biennale Musica, anche dj-set. Si tratta di artisti come il veneziano Giacomo Mazzucato, alias Yakamoto Kotzuga, e il duo M+A, ovvero Michele Ducci e Alessandro Degli Angioli, esponenti della scena elettronica più recente e internazionalmente noti, entrambi di scena il 9. Nel panorama della musica digitale si colloca invece il concerto, in prima italiana il 7, del giapponese Ryo Murakami, appartenente all’ala più radicale e innovativa, che verrà premiato con il Leone d’argento per le nuove realtà musicali. Il suo è il caso di un artista, nome importante all’interno della house e techno music, che matura poi a un’altra dimensione in cui scompare il beat, la pulsazione, ed entra in una situazione di ambient in cui la musica vive esclusivamente del suo dato. Ma, in questa sezione, c’è anche l’ensemble KL4NG (foto a sinistra), pronto a reinterpretare, in programma il 13, la musica d’avanguardia con l’ausilio di un dj-set, creando una tessitura fra voce, strumenti e nuove tecnologie”.
Non ha paura di suscitare “insofferenze” nell’ambiente della musica contemporanea?
“Con il Festival dobbiamo proporre contemporaneità. E qui sono contemporaneamente attive diverse correnti nel jazz, nel live set, nel dj-set, nella contemporaneità elettronica e in quella strumentale. Un direttore deve organizzare le diversità attraverso dei progetti e dei percorsi che le valorizzino e non le separino. Un’altra inedita esplorazione è anche quella, ad esempio, tra immagini e musica che trova spazio in tanti concerti del Festival. L’Ensemble Orchestral Contemporain dedica, il 14, a Gérard Grisey, figura seminale della musica europea del secondo Novecento, un ritratto contrappuntato delle immagini dell’artista australiano Andrew Quinn, create in tempo reale ed ‘attivate’ dai parametri sonori delle composizioni stesse”.
Qual è l’appuntamento del Festival di cui oggi va più fiero?
“Il concerto d’apertura dell’8 ottobre al Teatro delle Tese con la consegna del Leone d’Oro alla carriera a Salvatore Sciarrino, dove viene eseguito dalla London Sinfonietta, in prima assoluta, un suo brano, commissionato dalla Biennale Musica ed intitolato Immaginare il deserto”. Immaginare il deserto di Sciarrino Dir. Marco Angius. Anna Radziejewska, soprano
Venezia, Teatro alle Tese, 8 ottobre