Classic Voice

“E LA MUSICA RICREA QUESTA DIMENSIONE ‘ANATOMICA’, IMMERGENDO L’ASCOLTATOR­E NEI FLUIDI ORGANICI, COME IN UN PAESAGGIO SONORO ALLUCINATO”

- GIANLUIGI MATTIETTI

Commission­ata dal Festival Diaghilev di Perm, l’opera Nosferatu di Dmitri Kourliands­ki (fresco vincitore del premio Abbiati 2017) fu accolta con grande favore del pubblico alla sua prima nel giugno del 2014 - è stata poi messa in scena nel 2015 anche al Bolshoi. Colpì subito la sua concezione originalis­sima, il suo carattere sinistro e ritualisti­co, gli espliciti riferiment­i alla tragedia greca, che emergevano nel libretto (in russo e in latino) del poeta Dimitris Yalamas, ispirato ai misteri eleusini, nella regia e coreografi­a di Teodoros Tersopoulo­s, nelle scene di Jannis Kounellis. Greco era anche il direttore Teodor Currentzis (alla guida del Coro e Orchestra musicAeter­na), grande estimatore di Kourliands­ki. Insieme diedero vita a uno spettacolo che faceva piazza pulita dei cliché teatrali e operistici, e che metteva il pubblico di fronte a un’esperienza emotiva estrema, tanto da essere vietato ai minori di 18 anni. Ora disponibil­e in disco, quest’opera in tre atti riprende il mito greco di Persefone, il suo passaggio dalla vita al mondo dei morti, mescolando la figura di Nosferatu con quella di Ade, dio degli Inferi che cerca la redenzione attraverso l’amore di una donna. In questa specie di “Mistero” antico, tempo e spazio non sono definiti, tutto avviene in una dimensione a metà strada tra la vita e la morte (dicotomia simboleggi­ata dalla metafora duplice del sangue), tra la luce e le tenebre, tra lo spirito e il corpo, in un aldilà dove le tre Graie preparano Persefone per il suo matrimonio con Nosferatu/Ade privandola dei suoi sensi, del dolore e anche della memoria. Un teatro non narrativo, ma di straordina­ria forza drammatica, anche perché l’azione ha luogo all’interno di Nosferatu/Ade: i personaggi sono prodotti del suo mondo interiore, il suo corpo diventa spazio scenico e sonoro, il sistema sanguigno una sorta di labirinto simbolico. E la musica ricrea questa dimensione “anatomica”, immergendo l’ascoltator­e nei fluidi organici, come in un paesaggio sonoro allucinato e claustrofo­bico. Una musica sottile, nervosa, sempre trepidante e carica di tensione, fatta di respiri ansimanti, deglutizio­ni, gorgoglii, gocciolame­nti, sussurri, sorde turbolenze. I battiti regolari delle grancasse (disposte nelle balconate del teatro) suonano come pulsazioni cardiache, e si mescolano con rumori violenti e improvvisi, con martellant­i effetti di crescendo, con monotone enumerazio­ni (elenchi di parti anatomiche, di malattie, di piante officinali), come litanie che contribuis­cono alla dimensione ritualisti­ca dell’opera. Kourliands­ki è anche bravo a mescolare voci di attori e di cantanti: tra gli attori Sofia Hill (Persefone),Tasos Dimas (Nosferatu), e l’ottantenne Alla Demidova (corifeo), un mito del cinema e del teatro in Russia; tra i cantanti Natalia Pshenichni­kova ed Eleni-Lydia Stamellou, che interpreta­no rispettiva­mente le tre Graie e il loro specchio.

KOURLIANDS­KI NOSFERATU (OPERA IN TRE ATTI)

T. Dimas, S. Hill, A. Demidova,

INTERPRETI

N. Pschenitsc­hnikova, E.-L. Stamellou Teodor Currentzis

DIRETTORE

musicAeter­na

ORCHESTRA E CORO

2 Fancymusic FANCY073

d. d.

PREZZO

★★★★★ CD

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