MOZART
CONCERTO PER PIANOFORTE 23 K 488 E ORCHESTRA N. RACHMANINOV CONCERTO PER PIANOFORTE E ORCHESTRA N. 3 OP. 30
Grigory Sokolov
PIANOFORTE
Trevor Pinnok, Yan
DIRETTORI
Pascal Tortelier
Mahler Chamber, Bbc
ORCHESTRE
Philharmonic
CD (E DVD BONUS) Dg 479 7015
25
PREZZO
★★★★
Anche se presenza ormai familiare quella di Grigory Sokolov, per la frequenza con cui appare nei più importanti cartelloni, sempre più premente appare quell’aura misteriosa che avvolge ad ogni apparizione il grande pianista, impenetrabile nel magico soliloquio che instaura davanti alla tastiera, con cui divide un’intesa esclusiva, in un controllo sempre estremo. Da molti anni infatti Sokolov non ha più eseguito concerti con orchestra, chi dice per la fatica dovuta alle prove ma forse per non dividere con nessun altro il momento interpretativo. Chissà! Anche questo un mistero attorno al quale ha girato attorno il documentario contenuto nel dvd allegato al cd della Deutsche Grammophon che recupera due vecchie registrazioni con orchestra, il Terzo Concerto di Rachmaninov con Yan Pascal Tortelier alla guida della Bbc Philharmonic risalente al luglio del 1995 e il Concerto K 488 di Mozart registrato a Salisburgo, con Trevor Pinnock dieci anni dopo, occasioni per ammirare la linea inconfondibile di un pianismo apollineo nella lettura mozartiana quanto straordinariamente duttile, ma senza alcun sdilinquimento né enfatiche alzate di voce, nel denso racconto di Rachmaninov. Impeccabile e misterioso, com’è l’uomo che mai si è concesso ad interviste. Lo dice esplicitamente il titolo che Nadia Zhdanova ha dato al suo documentario, “Una conversazione che mai ha avuto luogo”, dove interlocutori sono vari personaggi che hanno seguito il cammino di Sokolov, dal precocissimo incontro con la musica alla vittoria, a sedici anni, al concorso “Ciaikovskij” , vittoria inaspettata e contestatissima come testimonia la “bagarre” con fischi e scontri a colpi di ombrello accesasi all’annuncio del presidente della giuria, Gilels. Il documentario rievoca queste vicende attraverso ricostruzioni avvincenti di ambiente, ma senza alcuna testimonianza diretta di Sokolov, se non per qualche spezzone d’archivio. Un filo conduttore toccante è offerto dai sei poemi della moglie Nadia Jdanova, scomparsa nel 2013, brevi poesie di un lirismo accorato, nate dal profondo legame con Grigory la cui presenza affiora, sensibile tra i versi: “Ton visage mon voyage éternel”,a dire di una complicità sentimentale e poetica che sfiora il mistero, senza svelarlo.