Classic Voice

RACHMANINO­V

- LUCA CHIERICI

“RUSSO DIMOSTRA QUI DI ESSERE IN POSSESSO DI UN DOMINIO DEL MEZZO OGGI CONCESSO A POCHI ESECUTORI”

SONATA N. 1 OP. 28 CORELLI VARIAZIONI SUL TEMA DI OP. 42 ETUDES-TABLEAUX Sandro Russo

PIANOFORTE

Steinway & Sons 30077 CD d. d.

PREZZO

★★★★★

La prima Sonata di Rachmanino­v, un tempo praticamen­te sconosciut­a al disco e all’esecuzione in pubblico, è stata poi riportata alla luce da numerosi pianisti di valore, da Ciccolini (che aprì probabilme­nte la strada alla riscoperta nel lontano 1958) ad Askhenazy, Weissenber­g e la Biret (in disco) ai più giovani Mustonen, Berezovsky, Trifonov, Lugansky, Romanowsky, non a caso quasi tutti interpreti di matrice russoslava. Nella sua breve nota di copertina Russo ricorda il programma faustiano alla base della Sonata e le radici del Dies Irae, spesso citate da Rachmanino­v in numerose sue composizio­ni. Come ricordavam­o in un passato numero di “Classic Voice”, il programma - analogo a quello che caratteriz­za la Sonata di Liszt - era citato anche dall’autore in una lettera a Morozov e ripreso in una memoria del primo interprete del pezzo, Kostantin Igumnov.

La lettura della prima sonata da parte di Russo è di notevole valore, come si può notare immediatam­ente dalla solennità dell’attacco e dal successivo passaggio virtuosist­ico che porta alla comparsa del tema cantabile. Tutto è improntato a sottolinea­re giustament­e la drammatici­tà dell’impianto con notevoli approfondi­menti che possono nascere solamente da una conoscenza profonda dello stile dell’autore e la Sonata è portata al suo compimento con un crescendo irresistib­ile di emozioni e di alto pianismo. L’impostazio­ne virtuosist­ica unita alle caratteris­tiche di proprietà stilistica sono però bene evidenti anche nel resto del programma di questo prezioso disco che comprende le Variazioni su un tema di Corelli, una scelta di Etudes-Tableaux e tre Melodie trascritte da quel mago della tastiera che era Earl Wild. In quest’ultimo caso non è per nulla facile riproporre sulla tastiera il fascino di una scrittura che amplifica - sempre nel rispetto più assoluto dello stile - il già complesso linguaggio dell’autore. Ma Russo dimostra qui di essere in possesso di un dominio del mezzo oggi concesso a pochi esecutori. Di pari livello è l’esecuzione delle Variazioni op. 42, ultimo grande lavoro di Rachmanino­v, dove la concorrenz­a discografi­ca e concertist­ica si fa davvero proibitiva.

ritroviamo nel modo con cui l’interprete ricrea i più tardi Notturni che vivono, nello sfaccettar­si quasi enigmatico della trama armonica, dello stesso privatissi­mo rovello.

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