“KAVAKOS ASSICURA QUELLA NATURALEZZA DI ELOQUIO NECESSARIA A FAR SCORRERE L’ARIA ENTRO LE COMPLESSE FIBRE DEL PENSIERO BRAHMSIANO”
Adifferenza del Quartetto la formula del Trio con pianoforte vede convivere due versanti, quello istituzionale, diciamo, rappresentato da tre interpreti che hanno consolidato la propria esperienza in una formazione stabile, con esiti che sono il frutto di una complicità perseguita dalla continuità dell’impegno, mentre l’altro versante vede in gioco solisti, spesso eminenti, che periodicamente si riuniscono mettendo a confronto con le istanze unitarie proprie del genere la propria personalità.
È questa una consuetudine storicamente rinsaldata da testimonianze esemplari come il Trio formato da Cortot, Thibaud e Casals fino a quello che vedeva riuniti Isaac Stern, Leonard Rose e Eugene Istomin.
Ed è a quella celebre formazione che sembra rimandare questo “nuovo Trio”, quasi un prolungamento ideale per il carattere dei tre interpreti due dei quali, Ax e Yo-Yo Ma, da tempo uniti da una pratica collaborativa che già si era allargata con la presenza dello stesso Stern negli ultimi anni della sua carriera.
Ruolo che ora viene occupato da Kavakos, interprete di sicuro respiro e di spiccata musicalità, tratti che stabiliscono una sensibile coerenza con il gioco degli altri due colleghi così da assicurare quella naturalezza di eloquio necessaria a far scorrere l’aria entro le complesse fibre del pensiero brahmsiano.