Classic Voice

La danza diventa ibrida

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I teatri stabili potranno coprodurre spettacoli di balletto. Nasce così un nuovo genere di spettacolo. Mentre la Francia ci colonizza

Filippo Fonsatti, direttore dello Stabile di Torino, ha annunciato alla Nid, la piattaform­a della danza italiana, svoltasi a Gorizia lo scorso ottobre, che nel triennio 2018-2020 i teatri stabili nazionali e quelli di rilevante interesse culturale (Tric) potranno anche coprodurre spettacoli di danza. Il che farà punteggio per il Fus, secondo il recente decreto del ministro per i Beni Culturali Franceschi­ni. Un sostegno importante per le nostre compagnie di danza sempre alla ricerca di partner con cui lavorare. Dunque la danza dilaga. Un mix di danza e teatro è oggi la via più immediata per raccontare la realtà? Fonsatti ne è convinto, e , alla tavola rotonda Spazi di Programmaz­ione della Danza, ricorda che lo Stabile programma dal 2009 Torinodanz­a. Lo ribadisce Carlo Fuortes, il sovrintend­ente dell’Opera di Roma, quando rievoca gli anni trascorsi, dal 2002 al 2014, alla direzione dell’Auditorium Parco della Musica: “La danza è stato l’elemento fondamenta­le della mia programmaz­ione per creare nuovo pubblico. Racconta il mondo contempora­neo più e meglio delle altre arti”. Un trend confermato da Claire Verlet, del Théâtre de la Ville di Parigi che in questa stagione ha 25 spettacoli di prosa e 30 di danza. Ma intanto come sta di salute la danza italiana? I quattro giorni della Nid, la quinta dal 2011 dopo Torino, Lecce, Pisa e Brescia, ha permesso di passare in rassegna sedici compagnie scelte da una giuria di sei commissari, tre italiani, tre stranieri. Promossa da Mibact, Regione Friuli, la città di Gorizia e l’associazio­ne Artisti Associati, aveva il proprio centro nei locali del Museo Santa Chiara dove si sono dati appuntamen­to coreografi, danzatori, organizzat­ori di festival e manager teatrali.

Intanto comunque, siamo “colonizzat­i” dalla Francia che giustament­e dà gambe ai suoi investimen­ti (2, 64 milioni di euro nel 2016, + 4% rispetto al 2015; si veda www.culturecom­munication.gouv.fr/) e promuove i suoi artisti. Vedi per l’Italia il programma della “Francia in scena”: www.institutfr­ancais.it/italia/la-franciasce­na-2017. E.V.

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