“MUSICA NON ORIGINALE MA DA NON BUTTAR VIA!”
Mi sia permesso di parlare in prima persona mettendo in relazione l’esperienza vissuta studiando il mio compositore d’elezione, Josquin des Prez, che scrisse più musica “da morto” che da vivo, vista la quantità di brani apocrifi espunti lungo un’edizione critica che si è chiusa nel 2017 dopo quasi cento anni di lavoro, con l’impegno di non buttar via tutta la musica non “originale” ma considerarla in quanto tale a prescindere dalla firma che può vantare, perché almeno fino a tutto l’Antico Regime (ma in realtà anche molto oltre e addirittura oggigiorno) i motivi dell’appropriatezza sono superiori a quelli dell’originalità. Il che ci porta a festeggiare l’uscita di un disco come questo che raccoglie musiche bachiane e pseudo-bachiane mettendole reciprocamente in discussione non in base al demagogico parametro della bellezza ma dell’appartenenza a un contesto stilistico e a un linguaggio comune che non ha mai inteso ergere torri d’avorio sulle quali innalzare il “genio”. Le proposte di verifica e interazione sono duplici: all’inizio Amandine Beyer mette in relazione Bach “vero” con un suo coetaneo (Johann Georg Pisendel), quindi lo proietta nell’ambiente familiare - che fu notoriamente di reciproca collaborazione - tramite l’accostamento consanguineo al figlio Carl Philipp prima e all’allievo Johann Gottlieb Goldberg poi, tornando quindi al Bach maturo della Sonata della Musikalisches Opfer. Il terreno del confronto è innanzitutto quello della condotta delle parti, in cui la compattezza e la sistematicità dei motivi del Bach “vero” spicca (per esempio su Pisendel), ma quando è il cantabile a doversi dispiegare la distanza tra Bach padre e (stavolta) Bach figlio si assottiglia anche solo per la differenza tra chi ha immaginato il teatro tutta la vita e chi l’ha anche visto e praticato.
BWV… OR NOT
Amandine Beyer VIOLINO E DIRETTORE Gli Incogniti ENSEMBLE Harmonia Mundi 902322 CD 20,20 PREZZO ★★★★★