PAGANINI WOLF-FERRARI CONCERTI PER VIOLINO
Francesca Dego VIOLINO Daniele Rustioni DIRETTORE City of Birmingham ORCHESTRA Symphony CD Dg CBSO 4816381 18,60 PREZZO ★★★★
Un disco che offre più ragioni d’interesse , non solo per la freschezza del virtuosismo con cui la nostra giovane violinista snoda le difficoltà del primo Concerto di Paganini liberandone pure l’aura poetica nella bella intesa con Rustioni, ma anche per la rarità dell’altro cimento affiancato a quello paganiniano, il dimenticato Concerto per violino di Ermanno Wolf-
Ferrari, musicista il cui nome sopravvive nella memoria degli amanti della lirica grazie a titoli di sicura grazia quali I quattro rusteghi o Il segretio di Susanna, rimanendo invece sopiti altri aspetti più ombreggiati della singolare figura di questo compositore “bilingue”, tedesco per parte di padre ma pure per educazione. Aveva studiato a Monaco con Rheinberger al quale dedicò, diciannovenne, una deliziosa Serenade in cui gli evidenti richiami classici vengono come filtrati da quel sottile vitalismo che anima la produzione teatrale; alla quale l’immagine del compositore, scomparso a Venezia nel 1947, è saldamente legata, sorretta da un apprezzamento che trova ancora una ragione proprio nella leggerezza di movenze in cui sembra reincarnarsi certo spirito goldoniano. Il Concerto per violino ora proposto dalla Dego ci porta più avanti nel tempo, agli anni 1943-44; opera di rilevante impegno, nella sua ampia struttura in quattro movimenti, venne eseguito a Monaco sotto la direzione di Oswald Kabasta, solista Guila Bustabo, americana del Wisconsin, giovane ninfa egeria che aveva incantato il settantenne musicista. Il Concerto lascia trasparire, fatalmente, il suo anacronismo - lo stesso che in quegli anni veniva imputato a Richard Strauss - nel riflettere un variegato paesaggio del violinismo tardo ottocentesco, dominato da una tensione virtuosistica che trova il culmine in una complessa cadenza, ma pure entro cui tuttavia il compositore sembra muoversi con quella scioltezza e quella disinvoltura che opera come antidoto contro l’insidia manieristica e che rimane un po’ la cifra di questo singolare musicista.