MILHAUD CHAMBER MUSIC
Pierluigi Bernard CLARINETTO Mauro Tortorelli VIOLINO E VIOLA Angela Meluso PIANOFORTE Brilliant Classics BRILL 95449 CD 6,80 PREZZO ★★★★
“La musica da camera è un genere adatto ad esprimere i sentimenti più profondi”: confidenza forse non folgorante, ma tuttavia preziosa in un compositore tanto poco incline alla teoresi quanto disponibile ad esplorare nella pratica i linguaggi e le forme più divergenti senza mai abbandonare, almeno in apparenza, un certo distacco emotivo. Opera e sinfonia, jazz e cabaret, politonalità e folklore; vuoi quello antico della natìa Provenza, vuoi le danze e le canzoni dei meticci brasiliani. Quest’ultimo filone assume poi, nel formato cameristico minimo a violino e pianoforte, vezzosità un poco manierate. Ad esempio nelle Danses de Jacarémirim op. 256, dove l’allusione favolistica ad un piccolo alligatore dai grandi occhi e dal muso allungato tradisce la vena umoristica di tali cartoline dai Tropici. Altrettanto può dirsi per la Sonatina pastorale op. 383 a violino solo, eco virgolettata di un’Arcadia settecentesca e falso-inno-
cente, o per le popolaresche Farandoles op. 262. Mentre su un registro formale più impegnativo la mercuriale Suite op.157b per violino, clarinetto e pianoforte poco ha in comune con l’Elégie op. 251 per viola e piano, lavoro del 1945 che per il laico Ebreo cosmopolita scampato senza grosse difficoltà all’Olocausto dovette rappresentare un memoriale funebre (un Kaddish?) non disgiunto da sottili sensi di colpa. Insomma, quali fossero “i sentimenti più profondi” di Milhaud ci è dato solo intravedere sotto la maschera di un dettato spesso affabile e salottiero ma non banale, giusto nella migliore tradizione del classicismo francese. Il Gran Duo Italiano di Tortorelli e Meluso, integrato per l’occasione dal clarinetto di Pierluigi Bernard, dimostra di sapersi muovere con spigliata libertà di accenti e tecnica immacolata in questo labirinto di un Novecento aristocraticamente appartato dalle grandi correnti. Difficile non restarne presi.