IN EXCELSIS DEO AU TEMPS DE LA GUERRE DE SUCCESSION D’ESPAGNE (1710-1714)
La Capella Reial de ENSEMBLES Catalunya e Le Concert des Nations Jordi Savall DIRETTORE 2 CD IBRIDI SACD Alia Vox AVSA 9924 18 PREZZO ★★★★★
Continuazione della guerracivile con altri mezzi, nella fattispecie musicali. In non casuale sincronia con la crisi di fine 2017, il guru catalano Jordi Savall - il quale non fa mistero della sua adesione alla causa autonomista - ha voluto rievocare il sacro duello fra due compositori schierati su opposti fronti nella lunga guerra di successione spagnola: il barcellonese Francesc Valls (ca. 1671-1747) e il parigino Henri Desmarest (16611741). Del primo si presenta la Missa Scala aretina a quattro cori, oggetto a suo tempo di una furibonda diatriba internazionale per via di una nona non preparata al secondo soprano nel “Gloria”, mentre del secondo viene riesumata una Messa a doppio coro e doppia orchestra. Come date di prima esecuzione s’ipotizzano rispettivamente il 1702 a Barcellona e il 1704 a Versailles. Siamo dunque nel clima di quel Kolossalbarock che sullo scorcio fra i due secoli celebrava i suoi estremi trionfi: in Austria con Biber e Fux, in Italia con Cannicciari, Colonna, Perti, in Francia con Lully, Charpentier e via elencando. Fra prodezze di contrappunto canonico e sperimentazioni armoniche, fra pompa militartrombettiera e tendresse di sezioni solistiche “passaggiate” e trillate, i due lavori presentano molti punti di contatto, ma anche declinazioni stilistiche differenziate in base al gusto nazionale dei rispettivi belligeranti: Carlo arciduca d’Asburgo, più tardi imperatore col numero VI, e il principe Filippo di Borbone, poi Felipe V di Spagna. Savall e la sua invitta armada di specialisti, secondati dall’eccellenza tecnica del loro storico ingegnere del suono Manuel Mohino, fanno faville nell’uno e nell’altro pannello della rutilante pala d’altare (quasi due ore d’ascolto); e magari la risoluzione delle controversie etniche si potesse affidare a un comitato di musicologi! Ne uscirebbe forse un compromesso meno doloroso che non le fucilazioni del 1714 e del 1939 o le manganellate dei giorni nostri. Non che la tracklist sia politicamente neutrale. A far pendere la bilancia dalla parte dell’irredentismo catalanista provvedono alcune tracce bonus allegate al cd 1: lamentazioni antiche e moderne sulla plurisecolare oppressione economico-culturale esercitata da Madrid ai danni della sua indocile colonia. Verso la fine, a traccia 20, risuona un arrangiamento appena “anticato” di quello che a tutti gli effetti è l’inno ufficiale dei moderni separatisti: Els segadors (i mietitori), invocante “gran colpi di falce” sul nemico ereditario. Piuttosto lugubre;
speriamo solo che prevalga il buon senso.