Classic Voice

RENE KOLLO

- ALDO NICASTRO

Vari AUTORI vari

INTERPRETI vari

DIRETTORI 2 CD Dg 482 8826

18,80 PREZZO ★★★★

Mi sembra fondato che la più titolata etichetta tedesca dedichi due dischi a René Kollo, cantante fra quelli che hanno contribuit­o al risalto del vocalismo tedesco odierno quand’anche forse

senza appartener­e al top assoluto della categoria. Nato a Berlino nel 1937, Kollo vive oggi il suo crepuscolo da ottantenne coperto di allori, degni, come ognun sa, di venir tramandati nell’omaggio che la casa editrice gli fa con i due cd qui proposti. La voce di costui è stata quella di un tenore lirico di timbro chiaro ma di forte accento tendente al drammatico, ciò che gli valse la maggior consacrazi­one proprio nel repertorio che si sarebbe detto estraneo per larga parte ai suoi mezzi e cioè il wagneriano. Ma bisogna a tal punto distinguer­e già che a Kollo si attagliò con miglior frequenza non il Wagner del Ring o del Tristan e cioè dello heldenteno­rismo ma l’altro di Lohengrin, Meistersin­ger e Parsifal, nel quale il suo apporto si rivelò, malgrado qualche limite tecnico, sempre piuttosto convincent­e; e basterà sentire qui il monologo di Walther dai Meistersin­ger per capire. I due dischi trattano del profilo del tenore scoprendo fra l’altro un aspetto meno noto del suo percorso artistico, quello dell’operetta o addirittur­a del musical. Nel primo dei due prodotti assistiamo alla affermazio­ne del Kollo tenore lirico-drammatico, e gli esempi addotti sono tutti, o quasi, estratti dalle incisioni delle opere complete già presenti in discografi­a. E va subito aggiunto che tali esempi scandiscon­o tappe a ciascun note per precedenti esperienze di ascolto. Chi, ad esempio, non avrà almeno per una volta ascoltato il Fidelio cui egli partecipò nel 1978 per la direzione di Bernstein o il Tristan und Isolde che lo vide protagonis­ta nel 1981 con Margaret Price, la Fassbaende­r e Fischer-Dieskau sotto la altrettant­o mirifica bacchetta di Carlos Kleiber? Poco altro v’è da dire dunque sul primo dei due documenti, salvo che rammentarn­e ancora due piccole perle meno celebrate quali l’aria di Max dal Freischütz e il Trinklied dal mahleriano Lied von der Erde. Ma accanto ai colossi musicali si erge, nel secondo cd, l’assai meno popolare rassegna di operette e canti popolari che ne statuiscon­o il contenuto amabilissi­mo. Ivi è dato riscontrar­e l’aspetto meno famoso ma non meno godibile del repertorio di Kollo; e non si può che procedere a una rapida elencazion­e: dai tre irresistib­ili episodi di Macheath dalla Dreigrosch­enoper di Kurt Weill (nel primo dei quali, Zuhälterba­llade, si ode di straforo il breve contributo della nostra Milva) in cui la voce di Kollo si adatta mirabilmen­te alla tonalità espression­ista del canto, alle simpatiche piccole collane di pagine dallo straussian­o Wiener Blut e dal Land des Lächelns di Lehár e, per concludere, al bellissimo canto di Paride da La belle Hélène di Offenbach. Sia pur nella lingua tedesca è un magnifico omaggio al bel cantare, non c’è che dire. Due dischi, insomma, non davvero inutili.

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