Classic Voice

SOLBIATI

INTERMEZZI SUONO DAL GIALLO BEETHOVEN

- MASSIMO CONTIERO

SINFONIA N. 7 DIRETTORE Marco Angius

ORCHESTRA di Padova e del Veneto

AUDITORIUM Pollini ★★★★

“Angius ha diretto la Settima

Sinfonia di Beethoven eseguendol­a senza soluzione di continuità tra i vari movimenti. Una lettura compatta e granitica di quella che per lui è evidenteme­nte creazione del Beethoven titanico”

Con determinaz­ione e coerenza, Marco Angius continua a dare molto spazio alla musica d’oggi nei programmi che impagina per l’Orchestra di Padova e del Veneto. Nel concerto del 22 febbraio, all’Auditorium Pollini, ha inserito una prima esecuzione assoluta di Alessandro Solbiati, uno dei nostri musicisti più autorevoli e didatta generoso di allievi già in carriera. Angius era sul podio del Teatro Comunale di Bologna, nel 2105, per il debutto de Il suono giallo, un atto unico che Solbiati ha liberament­e tratto dalla composizio­ne scenica Der gelbe Klang di Vassilij Kandiskij. Angius ha poi chiesto al compositor­e di estrapolar­e i sette Intermezzi sinfonici della partitura, adattarli all’organico mozartiano della Opv, con la sola aggiunta di un’arpista e due percussion­isti. In questa veste autonoma ed autosuffic­iente, gli Intermezzi sono stati proposti al pubblico patavino che li ha applauditi lungamente. La loro scrittura aforistica e pregnante ha un efficacia che li fa vivere anche senza i riferiment­i drammaturg­ici d’origine. La ricerca timbrica raffinata e cangiante che li connota, rimanda al desiderio di Kandinskij di apparentar­e suono e colore. Angius si è mosso con agio in una partitura che ha già ampiamente visitato e ha valorizzat­o ogni effetto strumental­e, ogni lacerto tematico. Poi ha diretto la Settima Sinfonia di Beethoven, eseguendol­a senza soluzione di continuità tra i vari movimenti. Una lettura compatta e granitica di quella che per lui è evidenteme­nte creazione del Beethoven titanico. Dunque pochi indugi nella estesa Introduzio­ne iniziale, grandi contrasti dinamici nel Vivace in cui sfocia, mestizia severa nell’Allegretto, precisione ed efficienza nello Scherzo, velocità sfrenata nel Finale orgiastico. La serata si era aperta con la Leonora III op. 72b, una delle tormentate versioni dell’Ouverture che Beethoven ha pensato per Fidelio. Sabato 24 febbraio, alla Sala dei Giganti del Liviano, proprio le quattro diverse riscrittur­e di questo brano sono state al centro di una “Lezione” in cui ancora una volta Solbiati e Angius sono stati protagonis­ti.

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