Classic Voice

Vite recitate

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Giuseppe Verdi a Napoli di Antonio Tarantino, Roma 2017. Verdi e il suo librettist­a Cammarano, il musicista ricco e il poeta povero, con il principio di realtà rappresent­ato dalla popolana Caterina, serva padrona di Cammarano che di riverire Verdi proprio non ne vuole sapere. Šostakovic il folle santo di Antonio Ianniello e Francesco Saponaro, Benevento 2009. Melologo sul conflitto intrinseco tra arte e potere, l’ultimo nastro di Šostakovic contro il rumore del tempo staliniano patito per una vita intera. Il vizio dell’arte di Alan Bennett, Londra 2009, Milano 2014. Ultimo tempo di due artisti, Britten e Auden, opposti quanto a vita, condotta e (omo) sessualità, ma affini nello spirito, mentre prende forma il motivo di Tazio di Death in Venice.

Amadeus di Peter Shaffer, Londra 1979. Preludio teatrale del film di Forman che sarà sceneggiat­o dallo stesso Shaffer, dando al mondo l’idea di un Mozart rozzo e fin troppo dedito ai piaceri. La parte da grande attore è quella di Salieri, vedi Ian McKellen.

Mozart e Salieri di Puškin, 1832. Piccola tragedia dello scrittore russo incentrata sull’invidia di Salieri, che accusa Mozart di essere indegno di se stesso e si pone la stessa domanda che si farà Raskòl’nikov: genio e delitto

possono stare assieme? Non a caso messa in scena da grandi registi russi. I quaderni di conversazi­one di Ludwig van Beethoven di Glauco Mauri, Roma 1974. I turbamenti del non più giovane Ludwig, sordo e innamorato del nipote Karl quando ormai la musica è finita. Da un bel romanzo di Luigi Magnani, Il nipote di Beethoven.

Il nipote di Rameau di Denis Diderot. Amato da Goethe che lo tradusse, fu pubblicato solo nel 1891, andando in scena per la prima volta a Parigi con Pierre Fresnay nel 1963. Duello di idee tra Diderot e Jean-François Rameau che discutono di morale ed estetica con richiami alla “querelle des Bouffons”.

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