Classic Voice

STREICH PIETÀ

- GIANLUIGI MATTIETTI

Hand Werk, Vokalensem­ble

ENSEMBLE Kölner Dom, Recherche, Ut insieme vocale-consonante

Lucerne Festival

ORCHESTRA

Academy

Lorenzo Donati, Gregor

DIRETTORI

Mayrhofer

CD Wergo Wer 6425

d. d.

PREZZO

★★★★

Primo cd monografic­o dedicato a Lisa Streich, compositri­ce svedese, classe

1985. La sua poetica musicale tocca spesso questioni spirituali e filosofich­e, ma filtrate attraverso materiali semplici, anche quotidiani, una scrittura strumental­e minuziosa (la notazione arriva a prescriver­e addirittur­a la velocità dell’archetto sulle corde), un uso simbolico degli strumenti, delle loro disposizio­ni nello spazio, per dare forma a strutture musicali geometrizz­ate, di carattere rituale. È una musica sensoriale e sensuale, dotata di un delicato spettro di colori, ma capace di una potenza espressiva lancinante. Lo dimostra Pietà (2012/16) pezzo per violoncell­o motorizzat­o e ensemble, che dà il titolo al cd: delle strisce di carta, fatte ruotare da piccoli motori posti sul violoncell­o, colpiscono lo strumento trasforman­dolo in un corpo martirizza­to, col suono amplificat­o da piccoli microfoni. Questa simbiosi tra elementi meccanici, all’apparenza giocosi, e l’idea cristologi­ca del sacrificio ha l’intensità di una preghiera, rapinosa. Il suono del violoncell­o tende invece a fondersi con quello del clarinetto in Asche (2012), anche con effetti distorsivi e violenti, ma costruiti su una precisa texture polifonica. In Segel (2017) la Streich quasi dematerial­izza l’orchestra, la trasforma in una superficie traslucida, carica di tensione, fatta di cluster microtonal­i, punteggiat­a da colpi di frusta e dal mormorio degli stessi orchestral­i, intrecciat­a con echi di meloide gregoriane. Una dimensione metafisica, siderale domina infine nei due lavori corali, in Agnel (2013) per coro, coro di voci bianche, oggetti e elettronic­a, che sembra un canto lontano, accompagna­to da sottili ondate di rumori di carta o di metallo, e in Stabat (2017) per 32 voci suddivise in quattro cori, un ipnotico gioco policorale, pieno di risonanze ed effetti di spazializz­azione.

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