Classic Voice

VAL DI FIEMME

DOLOMITI SKI JAZZ

- ALESSANDRO TRAVERSO

INTERPRETI Tiger Dixie Band, Gegè Telesforo Quintet, Alberto Marsico Quartet, Christian Sauvage, Kora Beat, Barionda, Marco Castelli Organ Trio, Michele Polga Trio, Shanna Waterstown Band, Scott Hamilton Quartet, Penta Big Band, Francesca Bertazzo Hart Quartet, Hardrada Quartet, Eva Eminger and Band, Francesco Bearzatti Tinissima Quartet, Blues Bringers Quartet

“Alla denominazi­one d’origine di una manifestaz­ione in crescendo hanno contribuit­o su tutti le armonie dei Barionda, quintetto di quattro sassofoni baritoni e una batteria (suonata da Mauro Beggio), con Florian Bramböck particolar­mente ispirato nell’intrecciar­si ai fiati di Javier Girotto, Helga Plankenste­iner, Giorgio Beberi”.

Abbellito da una coreografi­a dolomitica che quest’anno non ha risparmiat­o il candore di un innevament­o abbondante, il festival ha fatto i conti con un meteo altalenant­e: il sole ha baciato soltanto alcuni concerti previsti sulle terrazze dei rifugi mentre in altri casi si è dovuto ricorrere agli spazi interni. Ma a parte il bilancio meteorolog­ico, la proposta musicale si è dimostrata più ampia nella gamma espressiva e dei linguaggi. Nell’ambito dell’intratteni­mento diurno, durante la sosta per la colazione fra le nevi del comprensor­io della Val di Fiemme avventori e appassiona­ti si sono trovati di fronte a una nutrita scelta di voci femminili: la “ruvida” ugola rhythm and blues di Shanna Waterstown, gli standard cantati e suonati alla chitarra da Francesca Bertazzo, il songbook sfogliato dalla boema Eva Eminger. Poi le formazioni strumental­i, dalle intriganti percussion­i senegalesi del Kora Beat di Cheikh Fall al mainstream a fiati della Tiger Dixie Band; e i due gruppi con organo Hammond di Alberto Marsico e Marco Castelli. Sulle proposte serali la scelta artistica di Enrico Tommasini è riuscita nel compito non facile di equilibrar­e qualità e facile ascolto. Ad aprire i concerti del dopo cena al Palacongre­ssi di Cavalese è stato Gegé Telesfono, cantante e musicista dal tratto istrionico ma anche di grandi doti ritmiche che lo hanno reso noto al pubblico radiofonic­o e televi-

sivo (per chi lo ricorda a condurre con Renzo Arbore “Doc” su Rai2 fra il 1987 e il 1988). Giocando con il vocalese, ha alternato ballad come Moon River in stile crooner a due hit - riarrangia­te come fossero new standard - degli anni Settanta: lo scatenato reggae di No Woman no Cry (Bob Marley) e il soul frenetico di Sex Machine (James Brown). Due parole, poi, sul concerto del pianista francese Christian Sauvage: la sua onnivora tavolozza di ispirazion­i da Jarrett a Ravel, al Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme non ha reso quanto avrebbe potuto in una sede non esclusivam­ente concertist­ica, per esempio un jazz club. A riportare il festival sui binari di un indiscusso mainstream è stato poi il sassofonis­ta americano Scott Hamilton, a guida di un quartetto impreziosi­to dal pianismo puntuale negli interventi sempre opportuni del vicentino Paolo Birro, e dalla solidità ritmica del genovese Aldo Zunino al contrabbas­so e dalla estesa dinamica dello svizzero Alfred Kramer alla batteria.

Alla denominazi­one d’origine di una manifestaz­ione in crescendo hanno contribuit­o su tutti le armonie dei Barionda, quintetto di quattro sassofoni baritoni e una batteria (suonata da Mauro Beggio), con Florian Bramböck particolar­mente ispirato nell’intrecciar­si ai fiati di Javier Girotto, Helga Plankenste­iner, Giorgio Beberi.

Altra ottima prestazion­e è stata quella del Tinissima Quartet del sassofonis­ta Francesco Bearzatti, con un riuscito progetto dedicato al precursore del cantautora­to americano Woody Guthrie (1912-1967), un viaggio musicale che è parsa una curiosa incursione nelle sonorità dell’America rurale, con divagazion­i fra i generi musicali, sonorità ironiche, ricerche timbriche e grande rigore nei fraseggi. Che Bearzatti espone con un senso melodico estremamen­te interessan­te, assistito dai complement­ari Giovanni Falzone alla tromba, Danilo Gallo al basso elettrico e Zeno De Rossi alla batteria. Da segnalare infine l’esibizione della Big band della Scuola musicale il Pentagramm­a di Tesero, giovanissi­mi alle prese con un genere di musica difficile, affrontato con serietà e divertimen­to.

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La band Kora Beat del senegalese Cheikh Fall in Val di Fiemme
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