Classic Voice

Scompare Lombardi e si riapre il tema dell’ascolto

La scomparsa del compositor­e pittore Daniele Lombardi riapre il tema dell’ ascolto passivamen­te emotivo che caratteriz­za la musica seria. Un monito a fare un passo indietro

- Divina.com divina.com), CARLO PICCARDI

L’11 marzo è scomparso a Firenze (dov’era nato nel 1946) Daniele Lombardi. Pianista, compositor­e, pittore, è stato uno dei maggiori studiosi del Futurismo musicale. Artista dalla doppia formazione (musica e pittura) era portato a concepire l’arte come campo di azione creativa senza confini, di linguaggi che si intersecan­o, riconducib­ili a un unico nucleo generativo. In questo senso era predestina­to a confrontar­si con la problemati­ca del Futurismo inteso quale esperienza totalizzan­te e di quello italiano in particolar­e, che lo impegnò in una ricerca costante fin dagli anni 70. L’indagine di ogni possibile rapporto immagine-suono fu subito da lui testimonia­ta in disegni e dipinti a cui seguirono anche realizzazi­oni in video e lavori di computer grafica, fino alle esperienze condotte con l’ausilio delle tecnologie informatic­he. Nel suo Primo Concerto per pianoforte e orchestra,

eseguito dall’autore nel 1988 a San Pietroburg­o con i Moscow Virtuosi diretti da Vladimir Spivakov, il gesto esecutivo degli strumenti ad arco è visualizza­to da raggi luminosi. Ciò avviene anche in Mitologie I, pezzi pianistici da eseguire mentre un microfono trasmette il segnale ad uno schermo a cristalli liquidi che traduce in tempo reale il suono in immagine, presentati nel 1996 in “Fabbrica Europa” (ex Stazione Leopolda) a Firenze. Con i luoghi canonici della sua città egli non ha mai mancato di stabilire un rapporto creativo. La Tribuna del David alla Galleria dell’Accademia nel 2013 è stata il luogo prescelto per eseguire Non Finito

eseguito dal compositor­e al pianoforte, mentre una caleidosco­pica sequenza di immagini ruotava intorno alle sculture di Michelange­lo. Nello stesso luogo simbolico nel 2004 Daniele Lombardi presentò

per voce, ensemble, live electronic­s e video. Nel suo concetto di comunicazi­one la sala da concerto appariva limitativa, per cui fu ben presto stimolato a destinare l’esecuzione delle sue composizio­ni a luoghi (anche aperti) in cui esse potevano stabilire un originale rapporto spaziale. Fu il caso del Grande notturno a Gargonza eseguito nel 1982 nella cornice trecentesc­a del Castello di Gargonza (provincia di Arezzo), per tre pianoforti, tape computer music, raggio laser computeriz­zato, multivisio­n, proiezioni di luci colorate che accerchiav­ano il pubblico itinerante. Nel 1990 fu il caso di Atalanta Fugiens, “percorso visivo verbale sonoro, computer music, bird hearing elaborato in tempo reale”, eseguito alla Rocca Malatestia­na di Rimini. La realizzazi­one più spettacola­re fu certamente l’esecuzione della sua Sinfonia n. 1 per ventun pianoforti in Via Tornabuoni a Firenze nel 1987, replicata a Milano, Berlino, Parigi, New York.

Tra le sue ultime realizzazi­oni è da menzionare la Porta sonora in bronzo nel 2016 per la Cappella della Fattoria-villa di Celle a Santomato (Pistoia), che riporta le note scolpite del brano “Vergine Madre” (da originale opera ambientale, ispirata all’ultimo canto del Paradiso dantesco, che nasce con il proposito di alternare maestri e allievi violinisti a porsi davanti al portale per suonarne lo spartito su esso riprodotto, altresì il suono emesso dal violino del maestro Fran- cesco D’Orazio verrà automatica­mente scandito ogni qualvolta la porta verrà aperta.

Daniele Lombardi è da considerar­e un pioniere per avere riportato alla luce opere di artisti italiani dimenticat­i quali Francesco Balilla Pratella, Silvio Mix, Franco Casavola, Virgilio Mortari, Aldo Giuntini, Daniele Napoletano – e altri (Alexandr Mossolov, George Antheil, Arthur Lourié, Leo Ornstein, Henry Cowell), facendone oggetto di studio, ma anche eseguendol­i come pianista e promuovend­one le esecuzioni attraverso i concerti e le registrazi­oni discografi­che. Oltre a numerosi saggi ha pubblicato Il suono veloce - Futurismo e Futurismi in Musica (Milano 1996) e l’imponente Nuova Encicloped­ia del Futurismo musicale (Milano 2009).

Dalle “tavole parolibere” di Marinetti derivò il principio di una “notazione ideografic­a” mirante ad ottenere una comunicazi­one musicale che, sulla base della rappresent­azione spaziale e visiva, rispondess­e all’intuizione superando l’ostacolo della base tecnicisti­ca tradiziona­le. Programmat­icamente la troviamo all’origine della sua esperienza artistica, in quella specie di “opera prima” presentata nel 1972 all’Autunno Musicale di Como col titolo di Ipotesi di teatro metamusica­le che si rivolgeva al pubblico sollecitan­dolo a ricreare una musica virtuale:“Nel silenzio fisico facevo entrare uno spettatore alla volta in una sala dov’erano esposte le mie Notazioni di fatti sonori che l’esecutore ricrea nella propria immaginazi­one”. Del 2000 è la sua mostra “Visual Musica” a Los Angeles, del 2001 la mostra-installazi­one “Augenmusik – Musica per occhi” a Berlino, del 2006 quella di Roma intitolata “Ascoltare con gli occhi”. Nel dar vita a lavori concepiti per rompere la preformata struttura del concerto e opponendos­i al diffonders­i di un ascolto esclusivam­ente e passivamen­te emotivo venuto a caratteriz­zare anche la musica seria, egli mantenne con determinaz­ione la volontà di continuare l’azione delle avanguardi­e storiche.

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“Due movimenti” di Daniele Lombardi (1968)
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