Classic Voice

Dove risplende

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Rossini

Tra i tanti ruoli rossiniani interpreta­ti da Mariella Devia, scegliamo Fiorilla nel Turco in Italia della Scala. Nel ruolo rilanciato in tempi moderni dalla Callas, la Devia, trovando accenti ovviamente diversi, canta con una maliziosa, seducente femminilit­à, aiutata anche dalla efficace regia di Giancarlo Cobelli e dalla duttile direzione di Riccardo Chailly. I sensuali ammiccamen­ti al Selim sornione di Michele Pertusi sono godibiliss­imi. Magistrale il cambio di tono nella gran scena di Fiorilla “Squallida veste e bruna”.

Donizetti

La Devia è l’erede di Luciana Serra come Lucia di Lammermoor ideale. Ma che avrebbe anche potuto essere Maria Stuarda, Anna Bolena, Elisabetta nel Devereux lo si intuisce, secondo noi, molto bene già dalla Lucrezia Borgia in Scala, con Renato Palumbo sul podio e la regia di Hugo De Ana. Ce lo rivelano la sincera commozione con cui compenetra il racconto “Di pescatore ignobile”, per non dire dello stordito turbamento nella scena dell’agnizione del figlio “M’odi, ah m’odi” e della rabbiosa rivelazion­e al consorte “Era desso il figlio mio”.

Bellini

Tra i titoli belliniani scegliamo la Sonnambula diretta da Viotti, con Luca Canonici,

Elvino. Il tono idilliaco prevalente nella partitura, priva di asperità drammatich­e, ritrae forse meglio di altre il lato soave del canto della Devia. Ecco allora la sua affabilità accattivan­te nella cavatina di sortita “Come per me sereno”, ecco il temporaneo disperato sconforto di “Ah non credea mirarti”, in cui sembra velare la voce di un timbro più scuro ed intenso. Le due cabalette “Sovra il sen la man mi posa” e “Ah! non giunge uman pensiero” sono cesellate con trasparent­e disinvoltu­ra.

Verdi

Con una voce che è stata paragonata a quella di Toti Dal Monte, è naturale che Mariella Devia sia stata una Gilda assai apprezzata. Ma la Devia ha anche scelto di cantare Traviata, allo Sferisteri­o di Macerata e all’Arena, dunque all’aperto, ben guidata da Michele Mariotti. Nessun dubbio che si disimpegni al meglio nelle agilità del finale primo, ma, chi ha in mente altri modelli, ascolti il tono accorato di “Ah, forse è lui”, la nobiltà di “Alfredo, Alfredo, di questo core”, l’inesorabil­e mestizia di “Addio, del passato”.

Novecento

Nel repertorio pur vastissimo della Devia, è poco rappresent­ato il Novecento, anche se sono compresi lo Stravinski­j di Mavra e Le Rossignol e il Petrassi del Cordovano. Da segnalare è dunque la partecipaz­ione di Mariella Devia alla prima assoluta, a Spoleto nel 1977, di Napoli milionaria di Nino Rota, con Bartoletti sul podio e la regia di Eduardo: versatilit­à da grande interprete. M.C.

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