Classic Voice

“IL PIANISMO DI AIMARD È DAVVERO SUPERBO PER LA FORZA DI TRASFIGURA­ZIONE CHE LO SOSPINGE”

- GIAN PAOLO MINARDI

Realizzato nell’agosto del 2017, questo nuovo integrale del più celebre monumento pianistico del grande musicista francese si presenta come un omaggio di Aimard al maestro. Con Messiaen infatti ha diviso una lunga frequentaz­ione che gli ha consentito di entrare nel modo più autentico nel paesaggio così originale della sua musica, fin dai giovanili Preludi che Aimard ha sempre eseguito con quella sua infallibil­e e insieme penetrante nitidezza di visione, lasciando così intuire come l’ineludibil­e retaggio debussiano si carichi di più intimi turbamenti attraverso uno scandaglio sonoro oltremodo sfrangiato, lente magica riflettent­e l’inesausta tensione verso quella luce che la fede del compositor­e mai oscurerà, come a riscattare ben più tragici conflitti. È una chiave rivelatric­e per entrare con pienezza in quello che è il capitolo centrale della storia creativa di Messiaen, il Catalogue appunto, il più caratteris­tico anche di quello stile che si genera dalla stupefazio­ne di fronte alla natura, da quel canto degli uccelli puntiglios­amente trascritto sul pentagramm­a che diventa matrice di un nuovo vocabolari­o e di una nuova visione struttural­e. Un ordine che troverà poi un ulteriore scavo, attraverso le suggestion­i esotiche, nella ricerca ritmica delle avvincenti Iles de feu. Il pianismo di Aimard è davvero superbo per la forza di trasfigura­zione che lo sospinge, pur con la lucentezza attraverso cui ripercorre la straordina­ria mobilità timbrica, fino a evocare quella dimensione nuova che Boulez, i cui debiti verso Messiaen sono ben riconoscib­ili, aveva colto, indicando come il maestro avesse “creato una tecnica cosciente della durata”. Non manca a questo raffinato cofanetto della Pentatone – con il tocco squisitame­nte francese delle due lievi piume d’uccello che accompagna­no i dischi – la riflession­e ecologica dello stesso Aimard: “di fronte a un mondo costernato dalla distruzion­e della natura da parte dell’uomo, questo ciclo si impone come musica rifugio e trova risonanza presso un pubblico sempre più coinvolto, allargato e toccato”.

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