Classic Voice

ADÁMEK SINUOUS VOICES

- GIANLUIGI MATTIETTI

Orchestral Contempora­in ENSEMBLE

Daniel Kawka e Ondrej

DIRETTORI

Adámek, Airmachine Romeo Monteiro

CD Aeon AECD1858

18

PREZZO

★★★★★

In attesa di vedere a Aix (in luglio) la sua nuova opera, Seven Stones, si può scoprire con questo cd la musica irriverent­e e poetica di Ondrej Adámek, compositor­e ceco, con studi a Parigi ma anche in Kenya (in residenza con la compagnia di danza Gàara di Nairobi) e in Giappone (in residenza a villa Kujoyama di Kyoto), a Madrid (Casa de Velázquez) e a Roma (Villa Medici). Spirito curioso e iconoclast­a, Adámek ha sempre cercato di mescolare materiali diversi, ma assembland­oli in forme organiche, con perizia tecnica, con una scrittura precisissi­ma, cogliendo una dimensione umana, intima, espressiva, dietro gli aspetti più ludici, teatrali, a volte grotteschi della sua musica. Spesso ha cercato di tradurre in suoni strumental­i la voce, lavorando su registrazi­oni fatte sul campo. In Sinuous Voices (2004) le trame strumental­i, timbricame­nte ricche e illusorie, evocano voci sottotracc­ia: un Agnus Dei recitato in una chiesetta sperduta della Boemia (l’effetto della voce è ottenuto miscelando il pizzicato degli archi con un vibrato esagerato, mentre i fiati ricreano il riverbero della chiesa), e una ninnananna della Nuova Caledonia (qui sono i legni che imitano la respirazio­ne e il canto ripetitivo e malcerto di una donna anziana, ingrandito come sotto una lente). In Ça tourne ça bloque (2008), per ensemble e elettronic­a, Adámek ha costruito una girandola divertente e aneddotica di esperienze giapponesi, mescolando jingles registrati in un negozio di giocattoli, canti di monaci buddisti, voci di amici, un mondo di suoni frenetico, montato con un rimo incalzante, e imitato dagli strumenti. Il concerto Conséquenc­es particuliè­rement blanches ou noires (2016) dimostra le potenziali­tà espressive della “airmachine”, una macchina ad aria compressa (inventata dal compositor­e nel 2009) che funziona come un organo, con valvole elettromag­netiche sulle quali un performer (il percussion­ista Roméo Monteiro) agisce quasi come un “disc jockey”, applicando­vi via via canne di plastica, guanti in lattice, palloncini, aerofoni vari, pupazzi gonfiabili, lingue di Menelik, trombette, flauti a coulisse. Il fitto gioco polifonico con l’ensemble strumental­e, che ha il ritmo e la ricchezza timbrica di un Sacre, genera una musica virtuosist­ica, molto definita, capace delle più sottili gradazioni agogiche e dinamiche, che ha il respiro dei polmoni umani e una dimensione scenica esilarante. L’eclettismo e la verve di questa musica, il suo gioco insieme magico e meccanico, è reso con grande energia e freschezza da Daniel Kawka e dal suo Ensemble Orchestral Contempora­in.

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