AESTHETIC APPARATUS
MUSICA DA CAMERA PER CLARINETTO DI HELMUT LACHENMANN
Gregory Oakes CLARINETTO Matthew Coley
PERCUSSIONI
Jonathan Sturm
VIOLA
George Work
VIOLONCELLO
Mei-Hsuan Huang
PIANOFORTE
CD New Focus FCR196
d. d.
PREZZO
★★★★
Il clarinettista Gregory Oakes ha suonato con l’Ensemble Intercontemporain e in diverse orchestre statunitensi. Qui si cimenta con i tre lavori da camera con clarinetto compositi da Lachenmann tra il 1966 e il 1988, sfoggiando una tecnica impeccabile, un suono rigoglioso, una grande vitalità, mostrando quasi di assaporare la varietà di emissioni richieste nella scrittura strumentale
“concreta” del compositore tedesco. La sua affinità con questa musica emerge soprattutto in Dal Niente (Interieur III), pezzo per clarinetto solo del 1970, dove si sovrappongono piani dinamici molto differenziati, come in un vero contrappunto, e dove la tecnica estesa nella scrittura strumentale genera una grande varietà di colori, di atmosfere, di soffi e rumori esplorati al limitare con il silenzio. La scrittura di Trio fluido (1966) per clarinetto, viola e percussioni, è pure molto virtuosistica ma basata su tecniche più tradizionali, meno bruitistica, anzi giocata su un chiara polifonia tra tre linee timbricamente distinte, e su una trama nervosa e frammentata che progressivamente si dissolve in sonorità più astratte. Allegro sostenuto (1988) per clarinetto, pianoforte e violoncello, si basa infine su una struttura di altezze più chiaramente definita, che si sviluppa a partire da un arcipelago di frammenti, di frasi troncate, di esplosioni, in un continuo gioco tra risonanza e movimento, e in una forma espansa (dura 32 minuti), sempre carica di tensione.