BOSSO TANGOS AT AN EXHIBITION
Jorge Andrés Bosso VIOLONCELLO BossoConcept ENSEMBLE
Limen CDVD096 CD E DVD d. d. PREZZO
★★/★★★
Di violoncello in violoncello, sempre più; la fortuna dello strumento profondo ma cantante degli archi non soffre opposizioni. Qui è l’italo-argentino Jorge Andrés Bosso a celebrarlo chiedendogli un miracolo: dare altra vita al tango dopo Piazzolla ma senza Piazzolla. Miracolo riuscito sì e no.
I Tanghi a un’esposizione di cui suona Bosso con il clarinetto di Ivana Zecca, il bandoneón di Davide Vendramin, il contrabbasso di Paolo Badiini, il vibrafono di Gabriele Boggio Ferraris sono – citando i titoli – allegorie del tango, trasfigurazioni di milonga, attraversamenti dello spirito del tango, visioni oniriche del tango. Sei brani che, nel rispetto di Gartmann e Musorgskij, hanno le loro Proménades (cinque) a legarli in una visita che si rifiuta di essere a un museo. Ci mancherebbe: nulla di museale può esserci nel “pensiero triste che si balla”; nulla è così legato alla vita, pur se al suo lato malinconico, quanto la musica nata alla fine dell’Ottocento dalle migrazioni di esseri umani (con “strumento obbligato”) dall’Europa, nel creare i suoni irripetibili di una città, anzi di un luogo preciso di quella città: il porto di Santa Maria de los Buenos Ayres, affacciato sul Rio de la Plata.
Bosso avanza il diritto del tango a reinventarsi componendo una suite che è anche fuga da quella forma-espressione (verso la musica contemporanea) e al tango leva un po’ di sangue. Promenade a parte – quelle è logico che vadano per conto loro segnando i passi del visitatore – questi pezzi sono metafore di fascino, ben scritte e ben suonate, di un’espressione che però nell’astrazione si denatura. Forse avvertendo questa contraddizione, Bosso infila all’undicesima e penultima stazione un Oximoron in cui il tango vive una mutazione stilistica fortemente ritmica in cui entra la batteria varia e nervosa di Paolo Pellegatti, che trascina anche il violoncello in strappi di materia pura.
Gustarsi nel dvd i quattro ottimi musicisti in azione toglie il velo di staticità e monocromia che nel cd avvolge l’ascolto solo.