SMETANA MÁ VLAST
Jirí Belohlávek DIRETTORE Czech Philharmonic
ORCHESTRA
Decca 483 3187 CD
18,60
PREZZO
★★★★
Non ci si ricorda mai abbastanza quale fonte di bellezza rappresenti la raccolta di Poemi sinfonici che formano la raccolta La mia patria di Smetana: una bellezza fatta di invenzione melodica generosa, di fluidità del discorso musicale, di grazia armonica, vivacità ritmica e immediatezza comunicativa. Ma tutte queste caratteristiche emergono limpide, naturali, “facili” all’ascolto (anche se facili non sono) nella gagliarda lettura di Jirí Belohlávek, che con questo disco prosegue la sua mirabile indagine del sinfonismo boemo iniziata tempo fa con tre eccellenti incisioni di pagine di Dvorák, sempre a capo dell’Orchestra Filarmonica Ceca.
Il disco si ascolta di un fiato si badi, però - non solo per l’oggettiva freschezza di questa musica ma per la capacità del direttore di casa di fondere in unità due aspetti che non sempre - o comunque non facilmente - si danno la mano. Il primo è la tenuta dell’arco narrativo prodotta da una energica tensione dell’arco formale; il secondo è la fluidità con cui il discorso attraversa le mille pieghe emotive di queste sei pagine, che non dicono l’incanto di una natura rigogliosa ma pure gli urti, anche drammatici, della loro storia “umana”. Questa incisione, in altre parole, è una autentica celebrazione della natura che va ben oltre la beatitudine “bucolica” prodotta dal paesaggio. Se si vuole sintetizzare con una formula lo stile esecutivo di Jirí Belohlávek, si potrebbe coniare l’espressione “energia morbida”. Resa possibile dalla qualità davvero alta della formazione sinfonica praghese, il cui suono squillante e pastoso non nasconde mai una fiera adesione emotiva.