Turismo musicale, Italia prima
Presentati i dati di un’indagine che ha sondato le predilezioni di chi in Europa si sposta per opere e concerti. La maggioranza sceglie il Belpaese
I festival musicali, le stagioni dei grandi teatri d’opera, gli appuntamenti con artisti di eccellenza nelle sale da concerto, i luoghi di vita e di lavoro dei grandi protagonisti della musica costituiscono un patrimonio culturale straordinario e una risorsa turistica importante in molti paesi.
Per citare qualche caso, il Salzburg Festival nell’arco di poco più di un mese di durata propone 192 eventi e attrae 259 mila visitatori da 81 diversi paesi, generando oltre 27 milioni di euro di incassi da biglietteria (dati 2016) con un impatto stimato sull’economia locale di 183 milioni di euro (impatto diretto e indiretto). In Inghilterra, il Glyndebourne Opera Festival attira un pubblico di circa 95.000 spettatori all’anno (e una audience digitale di quasi un milione), incassando al box office quasi 17 milioni di sterline (19 milioni di euro). L’Italia, in quanto a risorse, non è certamente da meno con grandi “brand” che la promuovono nel mondo: teatri, interpreti, compositori, festival e rassegne, e nonostante il turismo musicale sia spesso considerato un fenomeno di nicchia, e quindi trascurato e poco studiato, in realtà oggi rappresenta un segmento importante per molte destinazioni. L’Italia, anzi, è la destinazione preferita dai turisti che viaggiano per interessi musicali, col 24% di gradimento del campione, seguita da Germania (12%), Austria (10%), Francia e Regno Unito (7%). Così emerge dal Primo Rapporto sul Turismo Musicale in Italia e in Veneto, curato da Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura di Torino nell’ambito del più ampio progetto di Cuoa Business School “Note in Viaggio” e finanziato da Regione Veneto. In Italia, gli amanti della musica, ma non solo, arrivano per assistere a opere liriche e a concerti, per visitare i luoghi di Verdi, Puccini, Rossini, Donizetti o le botteghe dei liutai, coniugando in molti casi anche un’esperienza più allargata del territorio: musei, borghi, cantine, artigiani ecc.
La ricerca analizza il ruolo importante dei festival e dei grandi luoghi della cultura operistica e concertistica italiana per lo sviluppo di un turismo di qualità sui territori e traccia, per la prima volta, anche un profilo del turista musicale: un turista esigente, che investe molto per esperienze di qualità e rappresentative della cultura musicale classica italiana, autonomo nell’organizzazione dei propri viaggi e che si sposta più di frequente con gli amici. Un pubblico importante dunque non solo per il settore turistico ma anche, molto, per gli operatori della musica. I risultati complessivi dello studio saranno presentati l’11 ottobre alle 16, nell’ambito del seminario “Italia, impresa da vendere. Il contributo delle principali filiere produttive italiane nell’immagine dell’Italia nel mondo” al Ttg di Rimini.