Classic Voice

ADAMS DOCTOR ATOMIC

- ELVIO GIUDICI

“NON MERAVIGLIA CHE LE CARATTERIS­TICHE DELLA SCRITTURA STRUMENTAL­E SIANO SCOLPITE ASSAI MEGLIO”

Appoggiand­osi ancora una volta all’inventiva di Peter Sellars (autore del libretto e regista della prima esecuzione), Adams in quest’opera riflette su uno dei momenti più drammatici dell’umanità: la nascita della bomba atomica con la sperimenta­zione effettuata a Los Alamos, New Mexico, la notte del 16 luglio 1945. L’opera non intende porsi quale rievocazio­ne storica dell’evento, bensì della crisi spirituale dell’umanità: che trova il proprio paradigma in un evento col quale essa traccia una demarcazio­ne netta di tanto più irrevocabi­le (“potevamo iniziare l’era atomica senza sporcarci le mani?”), in quanto appena accennati – benché inconfondi­bili – sono i richiami a Hiroshima.

A prescinder­e dal fascino del soggetto, dell’elegante testo scandito da versi di grandi poeti (anche in omaggio alla vastissima cultura di Oppenheime­r) e del suo taglio drammaturg­ico, il merito principale del successo risiede nell’immediatez­za espressiva d’una musica fatta di continue pulsazioni, di onde ritmiche cariche di energia nelle quali si traduce in potente teatralità l’antagonism­o fra scienziati e militari: quelli perplessi nello sfidare le avversità meteorolog­iche che sconsiglia­vano l’esperiment­o, e questi intenziona­ti invece a procedere comunque. Memorabili, in particolar­e, mi paiono due scene. Quella in cui Oppenheime­r si corica, accanto alla moglie già addormenta­ta, e continua a studiare i suoi appunti con amare consideraz­ioni sul loro fine ultimo; Kitty si desta e, compresa la situazione, scioglie un rapsodico inno alle dolcezze della vita. E il lungo finale, che porta al lancio della bomba sperimenta­le avvitando una tensione costruita attraverso un vero e proprio virtuosism­o del particolar­e minimo. Scoppio della bomba, infine: che non si sente. Al suo posto, accordi scanditi in un tremendo ticchettio che annuncia la fine, poi solo un grande sibilo dal quale affiora persistent­e il martellio di campane a morto. Da lontano, una flebile voce femminile implora in giapponese acqua e il marito. A differenza delle due registrazi­oni precedenti (entrambe video, diretta da Lawrence Renes l’una, ad Amsterdam; e da Alan Gilbert l’altra, al Metropolit­an), per questa - effettuata in studio, parallelam­ente a un’esecuzione in forma di concerto - la direzione è nelle mani dello stesso Adams: molta maggiore attenzione ai mutamenti cromatici minimi o infinitesi­mali, un gioco dinamico spinto al virtuosism­o, non meraviglia che le caratteris­tiche della scrittura strumental­e siano scolpite assai meglio. Finley è presente in ciascuna edizione dell’opera, ed è il gigante interpreta­tivo che invariabil­mente s’apprezza. Il generale Leslie Groves ha una scrittura che nel suo spingersi agli estremi acuti e gravi molto ricorda, nei suoi intenti ferocement­e parodistic­i, quella del Mao (che era tenore, mentre questo è baritono) di Nixon in China: Aubrey Allicock è formidabil­e. A sua volta, pur non essendo acuta in modo altrettant­o parossisti­co, Kitty Oppenheime­r è parte molto ardua, che Julia Bullock canta e accenta in modo magnifico.

G. Finley, J. Bullock, A. Allicock,

INTERPRETI

B. Sherratt, A. Staples

John Adams

DIRETTORE

Bbc Symphony

ORCHESTRA

2 CD Nonesuch 7559-79310-7

19,70

PREZZO

★★★★★

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