SCHUBERT, BRAHMS
THE COMPLETE DUOS RONDO
Pieter Wiespelwey
VIOLONCELLO
Paolo Giacometti
PIANOFORTE
Evil Penguin CD
23,40
PREZZO
★★★
Ormai le trascrizioni imperversano, nemmeno fossimo ancora nel XVII o XVIII secolo, o spasimassimo nel salotto di nonna per suonare insieme a lei a quattro mani le sinfonie di Beethoven, Schubert, Brahms. L’ho fatto anche io, da ragazzo. E mi divertivo. Ma se non c’è un Liszt a trascrivere o un Tortelier a suonare, che sfizio c’è? Niente in contrario contro le trascrizioni. Talora sono perfino più interessanti dell’originale. Ancora non so se I quadri di un’esposizione li preferisco al pianoforte, come li ha scritti Musorgskij, o trascritti per orchestra da Ravel. Brahms non era mai veramente sicuro della veste strumentale delle proprie partiture. Si pensi alla lunga e travagliata storia del primo Concerto per pianoforte e orchestra, prima di trovare la sua veste strumentale definitiva. Anche le Sonate op. 120 pensate per clarinetto lui stesso prevede che possano essere suonate anche dalla viola. Qui Wispelwey e Giacometti ce le offrono per pianoforte e violoncello. Come la Sonata op. 78, pensata da Brahms per violino. E il Rondo D 895 scritto da Schubert per violino e pianoforte. La domanda è: ma mancava una letteratura nutrita e bellissima per violoncello e pianoforte? Brahms vi ha dedicato due splendide sonate. E c’è Beethoven, c’è quella, bellissima, non troppo frequentata, di Chopin, ultimamente pubblicata e ascoltata perfino in una trascrizione per contrabbasso (Orazio Ferrari). L’impressione è che non se ne senta la necessità. Checché ne dica lo stesso Wiespelwey intervistato nelle note del booklet. Salvo per un proprio privatissimo piacere. Com’era quando anch’io, a Rijeka (Fiume), suonavo le sinfonie di Schubert a quattro mani con Tante Zerline (una simpatica dama croata educata a Vienna). Che dire? Bravi, espressivi, gli interpreti. Ma se devo dirla tutta fino in fondo, rimpiango il violino e il clarinetto.