HUDRY DURCHGANG
Modern
ENSEMBLE
Duncan Ward
DIRETTORE
Recherche e Intercontemporain
ENSEMBLE
Bastien Stil e Pascal
DIRETTORE
Rophé
Philharmonique de
ORCHESTRA
Radio France
col legno WWE 40418 CD
d. d.
PREZZO
★★★★★
David Hudry (nato nel 1978) è il nuovo astro della musica contemporanea in Francia. La sua musica, che riprende la lezione di maestri come Emmanuel Nunes e Stefano Gervasoni, mira a colpire i sensi, con una grande attenzione per i dettagli, per il lavoro armonico, per i contrasti. È una musica insieme gestuale e molto rigorosa, piena di energia, fatta di materiali eterogenei, influenzata dall’universo pittorico di Klee e Kandinskij, ma anche da antiche leggende, dal fascino per il mondo metropolitano e industriale. Questa antologia raccoglie quattro pezzi emblematici del suo linguaggio musicale. Nachtspiegel (2008), una prima tappa nel suo percorso di ricerca, mostra una scrittura densa, dal carattere epsressionistico, condensata in una forma organica e molto sviluppata. Un notevole salto di qualità è avvenuto nel 2011 con Störungen, concepito come un “scontro shizofrenico” di materiali e un loro tentativo di fusione. Hudry introduce nell’ensemble due strumenti barocchi (traversiere e viola, con un diapason a 415 Hz) per generare curiosi sfocamenti armonici, gioca su strutture omoritmiche e sequenze pulsanti che creano l’effetto di una macchina inceppata. In Introduction à Iðavöllr (2013) gioca su precise polarizzazioni armoniche in cinque tableaux descrittivi, ispirati alle leggende scandinave dell’Edda (Iðavöllr è il luogo in cui Odino costruì il suo palazzo Valhalla), ciascuno con un preciso colore e carattere: texture basse e opache per il mondo glaciale del Niflheim; un materiale quasi varèsiano per il mondo infuocato di Muspellheim; una trama sospesa e rarefatta per il vuoto del Ginnungagap; il ritmo marcato per la battaglia di Ragnarök; trame policrome e sensuali per il pacifico rifugio di Gimlé. In The Forgotten City (2016), ispirato da una visita alle fabbriche dismesse di Buffalo, il compositore francese ha cercato di ricreare l’ambiente sonoro e metallico dei macchinari (un po’ sull’esempio di Alexander Mossolov), con una scrittura pulsante, poliritmica, abbagliante, con soluzioni contrappuntistiche che generano un materiale molto dettagliato pieno di particolari, e sempre carico di energia.