L’Istituto nazionale di studi verdiani svela il contenuto delle carte del Maestro
Scopriamo in anteprima la prima versione della Fuga nel Falstaff e le sofferte cancellature nel Credo di Otello
Dell’esistenza di un “tesoro segreto” di manoscritti musicali verdiani, custoditi in un mitico baule a Sant’Agata, si favoleggiava da anni tra studiosi e musicologi. Qualche fortunato, grazie ai buoni rapporti con la famiglia Carrara Verdi, ci aveva anche messo parzialmente le mani. Poi, nel giugno 2015, questo giornale pubblicò per la prima volta l’elenco completo delle quasi cinquemila pagine, molte delle quali inedite. La notizia fu ripresa da tutta la stampa nazionale e qualche mese dopo il caso arrivò anche sulle pagine del “Times”. La campagna di “Classic Voice” per rendere accessibile agli studiosi questo inestimabile patrimonio continuò nel marzo 2016 con la pubblicazione di una lettera aperta firmata da cinquanta autorevolissimi nomi della cultura non solo musicale, indirizzata al ministro dei Beni Culturali e al presidente della Repubblica. Insieme con l’Archivio verdiano di Sant’Agata, si sollecitava anche la “liberazione” di quello pucciniano custodito a Torre del Lago. Finalmente qualcosa si mosse. E, grazie anche alle pressioni dell’Istituto nazionale studi verdiani presieduto da Nicola Sani e soprattutto all’operato di un infaticabile funzionario pubblico devoto alla legge (il direttore generale degli Archivi, Gino Famiglietti), i preziosi documenti furono prelevati e portati all’Archivio di Stato di Parma per procedere prima alla schedatura e quindi alla digitalizzazione. Il mitico baule è stato finalmente aperto e si spera che quanto prima gli studiosi possano prendere visione del suo contenuto. I più interessati sono gli editori dell’edizione critica delle opere di Giuseppe Verdi: per procedere e completare questo lavoro, la conoscenza dei manoscritti di Sant’Agata è indispensabile. M.B.
La prima versione della Fuga nel “Falstaff”, le sofferte cancellature nel Credo di “Otello”. E poi “dolcezza” che diventa “grandezza” e “splendore” corretto in “pallore”. L’Istituto nazionale di studi verdiani svela il contenuto delle carte del Maestro sepolte dall’oblio. Una miniera di indicazioni per comprendere la genesi di tutte le sue opere
“Abbruciate tutto questo pacco di carte”. L’imperativo è categorico, e duplice. La prescrizione di Giuseppe Verdi ricorre sia per gli abbozzi di Otello sia per quelli di Falstaff. Saggiamente, i posteri non hanno obbedito; al contrario, hanno gelosamente custodito gli abbozzi musicali verdiani: 2.717 carte, ovvero 5.434 fogli. Un nucleo documentario di straordinario interesse, rimasto in gran parte inesplorato nonostante più di cento anni ci separino dalla morte del Maestro. Un corpus che ci permette di entrare nel laboratorio verdiano per indagarne il processo compositivo e il pensiero creativo ad esso sotteso. Il presente saggio descrive il fondo, per decenni conservato in un baule, esaminato per la prima volta nella sua interezza. L’intervento di descrizione analitica degli abbozzi musicali verdiani è l’esito di un articolato processo volto al perseguimento di obiettivi di tutela, conservazione e valorizzazione delle carte verdiane […] La vocazione dell’Istituto nazionale di studi verdiani è di carattere eminentemente scientifico e non si può dunque prescindere dalla consultazione delle fonti primarie per poter alimentare e supportare studi e ricerche scientificamente fondati, con metodi e criteri rigorosi. In tale ottica, perduravano talune criticità inerenti alla consultazione delle fonti verdiane conservate a Villa Verdi a Sant’Agata, che si è ritenuto necessario portare all’attenzione delle autorità di competenza. […] Nel perseguire una precisa visione di strategia culturale e gestione del patrimonio ci si è prefissi l’intento di alimentare un dialogo sempre più fluido fra istituzioni e studiosi, auspicando assiduamente anche un confronto con la famiglia Carrara Verdi; […] si è guardato inoltre con trasparenza e perseveranza alle distinte e complementari istanze individuate come prioritarie: la dovuta considerazione nei confronti degli eredi del Maestro, la famiglia Carrara Verdi; la corretta lettura della normativa, il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio in particolare; gli auspici della comunità scientifica, volti a rappresentare quel desiderio di conoscenza delle carte verdiane che possiamo a tutti gli effetti considerare patrimonio dell’umanità. L’esame degli abbozzi musicali verdiani ha interessato l’intero corpus composto da 2.717 carte, per complessivi 5.434 fogli (di cui circa 600 bianchi) […] suddivisi nelle seguenti buste: Luisa Miller; Rigoletto; Il trovatore; La traviata; Stiffelio; Un ballo in maschera; La forza del destino; Libera me, Domine; Don Carlos; Aida; Quartetto; Messa da Requiem; Simon Boccanegra; Otello; Falstaff; Pezzi Sacri; Carpetta bianca.
Gli abbozzi musicali verdiani sono stati custoditi dalla famiglia Carrara Verdi presso Villa Verdi a Sant’Agata a Villanova sull’Arda (Piacenza) fino al 10 gennaio 2017, data in cui sono stati trasferiti presso l’Archivio di Stato di Parma, ove sono a tutt’oggi conservati. Con le carte è conservato il baule che le conteneva: […] (È appena il caso di ricordare che i documenti verdiani sono stati conservati a Villa Verdi a Sant’Agata da Maria Verdi in Carrara, erede del Maestro; da suo figlio Angiolo Carrara Verdi, generoso sostenitore della conoscenza verdiana come i suoi figli Gabriella Carrara Verdi e Alberto Carrara Verdi - presidente dell’Istituto nazionale di studi verdiani dal 1985 al 2001, e prima membro del Consiglio di amministrazione -, padre di Maria Mercedes, Emanuela, Angiolo e Ludovica Carrara Verdi, attuali proprietari dei documenti.)
[…] I titoli conservati lasciano chiaramente intendere una data ante quem e post quem, che si colloca intorno al 1848; una demarcazione temporale importante nella biografia di Verdi coincidente con gli anni di acquisto della villa a Sant’Agata […]
I documenti si presentano complessivamente in buono stato di conservazione […] Per la descrizione analitica degli abbozzi musicali verdiani […] è stata appositamente definita una scheda […] con criteri di descrizione omogenei e univoci per generare “stringhe parlanti”, segnature formate da sequenza di lettere e numeri finalizzate a identificare in maniera univoca le singole carte. […]
Fra le pagine degli abbozzi musicali, a conferma della dimensione ideativa e laboratoriale che li caratterizza (ricor-
rono casi di frammenti e/o abbozzi riferiti ad atti diversi della stessa opera scritti sul recto e sul verso della stessa carta, come l’esempio del Falstaff: GV_FLS_a01_001r (2r è riferito ad atto III, parte prima; 2v ad atto I, parte seconda) oppure GV_FLS_b49_100v (100r è riferito ad atto II; 100v ad atto III), va rilevata la marginale presenza di note manoscritte, appunti, trascrizione di frammenti di libretti, minute di lettere e/o telegrammi, calcoli, pagine di musica a stampa, ritagli di giornale, frammenti di carta assorbente. […]
La tipologia della carta fornisce un utile strumento per assemblare e ricomporre l’ordine delle carte all’interno dei fascicoli in quanto la successione dei bifoli spesso non sembra essere determinata dalla volontà dell’autore. Molti gli esempi possibili. Il fascicolo 16 di Otello si riferisce all’atto III, scena seconda ed è composto da
due carte (da GV_OTL_a16_033r a GV_OTL_a16_034v). Nel bifolio la cartulazione è conseguente, ma non il contenuto; fra i due dovrebbero essere presenti altre carte da identificare fra le altre 219 presenti nella stessa busta, o altrove. Inoltre il fascicolo 18 (da GV_OTL_a18_036r), successivo, si riferisce all’atto precedente (atto II, scena quarta e quinta). Un altro possibile esempio dall’Otello: l’aria di Jago, atto II, scena seconda, si riscontra in fascicoli non conseguenti: al fascicolo 2 (GV_OTL_a05_010r-10v), poi dal 6 al 9 (GV_OTL_a06_011r- GV_ OTL_a09_017v) e poi ancora all’11 (GV_OTL_a11_020r-20v). Le numerose raschiature e cancellature attestano del lavoro di Verdi su questo “Credo scellerato”, di cui Boito gli scrive: “Mi son risovvenuto che lei non era contento d’una scena di Jago nel second’atto […] io le proposi di fare una specie di Credo scellerato e ho tentaBusta
to di scriverlo in un metro rotto e non simmetrico. […] Se son riescito male in questo tentativo […] lo rifarò meglio quand’ella vorrà. Intanto […] la prego di mettere questo brano insieme alle altre pagine dell’Otello”. (Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2014, pp. 95-96). La formazione dei fascicoli e la successione delle carte rappresenta una delle maggiori criticità […] a conferma della necessità di soffermarsi su ciascuna di queste pagine, da studiare e analizzare in relazione ad elaborazioni precedenti e successive della stessa materia musi-
cale e/o testuale. Anche in questo caso molti sono gli esempi possibili, correlati ad aspetti compositivi, scenici, di orchestrazione: in Otello, atto III, scena terza, ove abbondano le didascalie sceniche interrelate con cornamuse, mandolini e arpe e riferimenti all’orchestrazione (GV_ OTL_a12_021r e seguenti); oppure un primo abbozzo dell’Ave Maria nei Pezzi Sacri (GV_PZS_a02_003r e seguenti ma anche a GV_PZS_ a27_063r e seguenti), con studio sulla scala enigmatica sulla tonica fa su durate di breve e semibreve (GV_PZS_a05_009r), con riferimenti da approfondire a Otello, atto IV, scena seconda (GV_OTL_a02_003r). Come per quasi tutte le altre carte, un saggio a parte meriterebbe la fuga del finale dell’atto III del Falstaff, con un primo soggetto abbozzato, prima idea germinale che ho rinvenuto alle carte GV_FLS_c16_026r-27v. Nel caso di elaborazioni successive del dettato poetico si veda a titolo di esempio Un ballo in maschera, atto I, scena seconda, Aria Riccardo (GV_BLM_a01_003r), “dolcezza” corretto in “grandezza”, “splendore” corretto in “pallore”; oppure Falstaff, atto III, parte seconda, Aria di Fenton (GV_ FLS_a59_122r) “fortuna” corretto in “ventura”.
[…] Su tali presupposti è stato realizzato il primo catalogo completo degli abbozzi musicali, a cura dell’archivista Francesca Montresor e della scrivente, quale strumento per indirizzare e semplificare la consultazione sulla base della preliminare descrizione effettuata. […] Ci auguriamo sia di riferimento per ricerche che potranno interessare lo studio del processo compositivo verdiano, con le complesse ed interrelate questioni inerenti a dettato poetico, dettato musicale, libretti, indicazioni sceniche, oltre alle innumerevoli implicazioni in merito a rapporti con interpreti, impresari, editori, librettisti, copisti, autorità censorie, compositori coevi.
“Per scrivere bene - affermava Verdi - occorre scrivere quasi d’un fiato, riservandosi poi d’accomodare, vestire, ripulire l’abbozzo generale”. […] Gli abbozzi musicali ci conducono per mano all’interno dell’officina verdiana, permettendoci di seguire il Maestro a confronto con le proprie idee, afferrate nella loro essenza iniziale e poi, per elaborazioni e riformulazioni successive, delineate nella loro forma definitiva. Osserva Pierluigi Petrobelli: “La stesura dell’abbozzo dà tutta l’impressione di contenere in nuce l’idea che riceverà in un secondo momento la forma più autentica”. […] Dalle prime pionieristiche ricerche fino alle più recenti pubblicazioni, gli abbozzi musicali verdiani sono stati oggetto di interesse e hanno prodotto una nutrita bibliografia estesa per diversi decenni. Ora che il baule è aperto e le carte sono per tutti dispo-
nibili, guardiamo con fiducia ad una nuova stagione di studi affinché la conoscenza della figura e dell’opera di Giuseppe Verdi possa sempre più dipanarsi attraverso la Storia.
(Riproduzione riservata)
*direttrice scientifica dell’Istituto nazionale di studi verdiani
Si ringrazia il Dott. Gino Famiglietti, Direttore Generale Archivi del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. A lui va il merito di aver compreso la centralità di questo patrimonio documentario per l’identità culturale del nostro Paese e di aver portato la voce competente ed autorevole delle Istituzioni in questa annosa questione, spendendosi con energia ineguagliabile per comporne le criticità. Con lui hanno operato la Soprintendente Dott.ssa Elisabetta Arioti, il Dott. Mauro Tosti Croce e il Dott. Graziano Tonelli. A tutti loro desidero esprimere la più viva gratitudine per le competenze, il rigore e la trasparenza dedicata alla complessa e delicata questione verdiana, con una profusione di energie elargite spesso ben oltre gli obblighi istituzionali. Desidero inoltre ringraziare il Presidente dell’Istituto nazionale di studi verdiani M° Nicola Sani per la fiducia accordatami e per aver sempre rispettato la piena autonomia del mio ruolo istituzionale pur nell’assidua condivisione degli obiettivi.