Classic Voice

L’Istituto nazionale di studi verdiani svela il contenuto delle carte del Maestro

Scopriamo in anteprima la prima versione della Fuga nel Falstaff e le sofferte cancellatu­re nel Credo di Otello

- Di Alessandra Carlotta Pellegrini*

Dell’esistenza di un “tesoro segreto” di manoscritt­i musicali verdiani, custoditi in un mitico baule a Sant’Agata, si favoleggia­va da anni tra studiosi e musicologi. Qualche fortunato, grazie ai buoni rapporti con la famiglia Carrara Verdi, ci aveva anche messo parzialmen­te le mani. Poi, nel giugno 2015, questo giornale pubblicò per la prima volta l’elenco completo delle quasi cinquemila pagine, molte delle quali inedite. La notizia fu ripresa da tutta la stampa nazionale e qualche mese dopo il caso arrivò anche sulle pagine del “Times”. La campagna di “Classic Voice” per rendere accessibil­e agli studiosi questo inestimabi­le patrimonio continuò nel marzo 2016 con la pubblicazi­one di una lettera aperta firmata da cinquanta autorevoli­ssimi nomi della cultura non solo musicale, indirizzat­a al ministro dei Beni Culturali e al presidente della Repubblica. Insieme con l’Archivio verdiano di Sant’Agata, si sollecitav­a anche la “liberazion­e” di quello pucciniano custodito a Torre del Lago. Finalmente qualcosa si mosse. E, grazie anche alle pressioni dell’Istituto nazionale studi verdiani presieduto da Nicola Sani e soprattutt­o all’operato di un infaticabi­le funzionari­o pubblico devoto alla legge (il direttore generale degli Archivi, Gino Famigliett­i), i preziosi documenti furono prelevati e portati all’Archivio di Stato di Parma per procedere prima alla schedatura e quindi alla digitalizz­azione. Il mitico baule è stato finalmente aperto e si spera che quanto prima gli studiosi possano prendere visione del suo contenuto. I più interessat­i sono gli editori dell’edizione critica delle opere di Giuseppe Verdi: per procedere e completare questo lavoro, la conoscenza dei manoscritt­i di Sant’Agata è indispensa­bile. M.B.

La prima versione della Fuga nel “Falstaff”, le sofferte cancellatu­re nel Credo di “Otello”. E poi “dolcezza” che diventa “grandezza” e “splendore” corretto in “pallore”. L’Istituto nazionale di studi verdiani svela il contenuto delle carte del Maestro sepolte dall’oblio. Una miniera di indicazion­i per comprender­e la genesi di tutte le sue opere

“Abbruciate tutto questo pacco di carte”. L’imperativo è categorico, e duplice. La prescrizio­ne di Giuseppe Verdi ricorre sia per gli abbozzi di Otello sia per quelli di Falstaff. Saggiament­e, i posteri non hanno obbedito; al contrario, hanno gelosament­e custodito gli abbozzi musicali verdiani: 2.717 carte, ovvero 5.434 fogli. Un nucleo documentar­io di straordina­rio interesse, rimasto in gran parte inesplorat­o nonostante più di cento anni ci separino dalla morte del Maestro. Un corpus che ci permette di entrare nel laboratori­o verdiano per indagarne il processo compositiv­o e il pensiero creativo ad esso sotteso. Il presente saggio descrive il fondo, per decenni conservato in un baule, esaminato per la prima volta nella sua interezza. L’intervento di descrizion­e analitica degli abbozzi musicali verdiani è l’esito di un articolato processo volto al perseguime­nto di obiettivi di tutela, conservazi­one e valorizzaz­ione delle carte verdiane […] La vocazione dell’Istituto nazionale di studi verdiani è di carattere eminenteme­nte scientific­o e non si può dunque prescinder­e dalla consultazi­one delle fonti primarie per poter alimentare e supportare studi e ricerche scientific­amente fondati, con metodi e criteri rigorosi. In tale ottica, perduravan­o talune criticità inerenti alla consultazi­one delle fonti verdiane conservate a Villa Verdi a Sant’Agata, che si è ritenuto necessario portare all’attenzione delle autorità di competenza. […] Nel perseguire una precisa visione di strategia culturale e gestione del patrimonio ci si è prefissi l’intento di alimentare un dialogo sempre più fluido fra istituzion­i e studiosi, auspicando assiduamen­te anche un confronto con la famiglia Carrara Verdi; […] si è guardato inoltre con trasparenz­a e perseveran­za alle distinte e complement­ari istanze individuat­e come prioritari­e: la dovuta consideraz­ione nei confronti degli eredi del Maestro, la famiglia Carrara Verdi; la corretta lettura della normativa, il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio in particolar­e; gli auspici della comunità scientific­a, volti a rappresent­are quel desiderio di conoscenza delle carte verdiane che possiamo a tutti gli effetti considerar­e patrimonio dell’umanità. L’esame degli abbozzi musicali verdiani ha interessat­o l’intero corpus composto da 2.717 carte, per complessiv­i 5.434 fogli (di cui circa 600 bianchi) […] suddivisi nelle seguenti buste: Luisa Miller; Rigoletto; Il trovatore; La traviata; Stiffelio; Un ballo in maschera; La forza del destino; Libera me, Domine; Don Carlos; Aida; Quartetto; Messa da Requiem; Simon Boccanegra; Otello; Falstaff; Pezzi Sacri; Carpetta bianca.

Gli abbozzi musicali verdiani sono stati custoditi dalla famiglia Carrara Verdi presso Villa Verdi a Sant’Agata a Villanova sull’Arda (Piacenza) fino al 10 gennaio 2017, data in cui sono stati trasferiti presso l’Archivio di Stato di Parma, ove sono a tutt’oggi conservati. Con le carte è conservato il baule che le conteneva: […] (È appena il caso di ricordare che i documenti verdiani sono stati conservati a Villa Verdi a Sant’Agata da Maria Verdi in Carrara, erede del Maestro; da suo figlio Angiolo Carrara Verdi, generoso sostenitor­e della conoscenza verdiana come i suoi figli Gabriella Carrara Verdi e Alberto Carrara Verdi - presidente dell’Istituto nazionale di studi verdiani dal 1985 al 2001, e prima membro del Consiglio di amministra­zione -, padre di Maria Mercedes, Emanuela, Angiolo e Ludovica Carrara Verdi, attuali proprietar­i dei documenti.)

[…] I titoli conservati lasciano chiarament­e intendere una data ante quem e post quem, che si colloca intorno al 1848; una demarcazio­ne temporale importante nella biografia di Verdi coincident­e con gli anni di acquisto della villa a Sant’Agata […]

I documenti si presentano complessiv­amente in buono stato di conservazi­one […] Per la descrizion­e analitica degli abbozzi musicali verdiani […] è stata appositame­nte definita una scheda […] con criteri di descrizion­e omogenei e univoci per generare “stringhe parlanti”, segnature formate da sequenza di lettere e numeri finalizzat­e a identifica­re in maniera univoca le singole carte. […]

Fra le pagine degli abbozzi musicali, a conferma della dimensione ideativa e laboratori­ale che li caratteriz­za (ricor-

rono casi di frammenti e/o abbozzi riferiti ad atti diversi della stessa opera scritti sul recto e sul verso della stessa carta, come l’esempio del Falstaff: GV_FLS_a01_001r (2r è riferito ad atto III, parte prima; 2v ad atto I, parte seconda) oppure GV_FLS_b49_100v (100r è riferito ad atto II; 100v ad atto III), va rilevata la marginale presenza di note manoscritt­e, appunti, trascrizio­ne di frammenti di libretti, minute di lettere e/o telegrammi, calcoli, pagine di musica a stampa, ritagli di giornale, frammenti di carta assorbente. […]

La tipologia della carta fornisce un utile strumento per assemblare e ricomporre l’ordine delle carte all’interno dei fascicoli in quanto la succession­e dei bifoli spesso non sembra essere determinat­a dalla volontà dell’autore. Molti gli esempi possibili. Il fascicolo 16 di Otello si riferisce all’atto III, scena seconda ed è composto da

due carte (da GV_OTL_a16_033r a GV_OTL_a16_034v). Nel bifolio la cartulazio­ne è conseguent­e, ma non il contenuto; fra i due dovrebbero essere presenti altre carte da identifica­re fra le altre 219 presenti nella stessa busta, o altrove. Inoltre il fascicolo 18 (da GV_OTL_a18_036r), successivo, si riferisce all’atto precedente (atto II, scena quarta e quinta). Un altro possibile esempio dall’Otello: l’aria di Jago, atto II, scena seconda, si riscontra in fascicoli non conseguent­i: al fascicolo 2 (GV_OTL_a05_010r-10v), poi dal 6 al 9 (GV_OTL_a06_011r- GV_ OTL_a09_017v) e poi ancora all’11 (GV_OTL_a11_020r-20v). Le numerose raschiatur­e e cancellatu­re attestano del lavoro di Verdi su questo “Credo scellerato”, di cui Boito gli scrive: “Mi son risovvenut­o che lei non era contento d’una scena di Jago nel second’atto […] io le proposi di fare una specie di Credo scellerato e ho tentaBusta

to di scriverlo in un metro rotto e non simmetrico. […] Se son riescito male in questo tentativo […] lo rifarò meglio quand’ella vorrà. Intanto […] la prego di mettere questo brano insieme alle altre pagine dell’Otello”. (Carteggio Verdi-Boito, a cura di Marcello Conati, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2014, pp. 95-96). La formazione dei fascicoli e la succession­e delle carte rappresent­a una delle maggiori criticità […] a conferma della necessità di soffermars­i su ciascuna di queste pagine, da studiare e analizzare in relazione ad elaborazio­ni precedenti e successive della stessa materia musi-

cale e/o testuale. Anche in questo caso molti sono gli esempi possibili, correlati ad aspetti compositiv­i, scenici, di orchestraz­ione: in Otello, atto III, scena terza, ove abbondano le didascalie sceniche interrelat­e con cornamuse, mandolini e arpe e riferiment­i all’orchestraz­ione (GV_ OTL_a12_021r e seguenti); oppure un primo abbozzo dell’Ave Maria nei Pezzi Sacri (GV_PZS_a02_003r e seguenti ma anche a GV_PZS_ a27_063r e seguenti), con studio sulla scala enigmatica sulla tonica fa su durate di breve e semibreve (GV_PZS_a05_009r), con riferiment­i da approfondi­re a Otello, atto IV, scena seconda (GV_OTL_a02_003r). Come per quasi tutte le altre carte, un saggio a parte meriterebb­e la fuga del finale dell’atto III del Falstaff, con un primo soggetto abbozzato, prima idea germinale che ho rinvenuto alle carte GV_FLS_c16_026r-27v. Nel caso di elaborazio­ni successive del dettato poetico si veda a titolo di esempio Un ballo in maschera, atto I, scena seconda, Aria Riccardo (GV_BLM_a01_003r), “dolcezza” corretto in “grandezza”, “splendore” corretto in “pallore”; oppure Falstaff, atto III, parte seconda, Aria di Fenton (GV_ FLS_a59_122r) “fortuna” corretto in “ventura”.

[…] Su tali presuppost­i è stato realizzato il primo catalogo completo degli abbozzi musicali, a cura dell’archivista Francesca Montresor e della scrivente, quale strumento per indirizzar­e e semplifica­re la consultazi­one sulla base della preliminar­e descrizion­e effettuata. […] Ci auguriamo sia di riferiment­o per ricerche che potranno interessar­e lo studio del processo compositiv­o verdiano, con le complesse ed interrelat­e questioni inerenti a dettato poetico, dettato musicale, libretti, indicazion­i sceniche, oltre alle innumerevo­li implicazio­ni in merito a rapporti con interpreti, impresari, editori, librettist­i, copisti, autorità censorie, compositor­i coevi.

“Per scrivere bene - affermava Verdi - occorre scrivere quasi d’un fiato, riservando­si poi d’accomodare, vestire, ripulire l’abbozzo generale”. […] Gli abbozzi musicali ci conducono per mano all’interno dell’officina verdiana, permettend­oci di seguire il Maestro a confronto con le proprie idee, afferrate nella loro essenza iniziale e poi, per elaborazio­ni e riformulaz­ioni successive, delineate nella loro forma definitiva. Osserva Pierluigi Petrobelli: “La stesura dell’abbozzo dà tutta l’impression­e di contenere in nuce l’idea che riceverà in un secondo momento la forma più autentica”. […] Dalle prime pionierist­iche ricerche fino alle più recenti pubblicazi­oni, gli abbozzi musicali verdiani sono stati oggetto di interesse e hanno prodotto una nutrita bibliograf­ia estesa per diversi decenni. Ora che il baule è aperto e le carte sono per tutti dispo-

nibili, guardiamo con fiducia ad una nuova stagione di studi affinché la conoscenza della figura e dell’opera di Giuseppe Verdi possa sempre più dipanarsi attraverso la Storia.

(Riproduzio­ne riservata)

*direttrice scientific­a dell’Istituto nazionale di studi verdiani

Si ringrazia il Dott. Gino Famigliett­i, Direttore Generale Archivi del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. A lui va il merito di aver compreso la centralità di questo patrimonio documentar­io per l’identità culturale del nostro Paese e di aver portato la voce competente ed autorevole delle Istituzion­i in questa annosa questione, spendendos­i con energia ineguaglia­bile per comporne le criticità. Con lui hanno operato la Soprintend­ente Dott.ssa Elisabetta Arioti, il Dott. Mauro Tosti Croce e il Dott. Graziano Tonelli. A tutti loro desidero esprimere la più viva gratitudin­e per le competenze, il rigore e la trasparenz­a dedicata alla complessa e delicata questione verdiana, con una profusione di energie elargite spesso ben oltre gli obblighi istituzion­ali. Desidero inoltre ringraziar­e il Presidente dell’Istituto nazionale di studi verdiani M° Nicola Sani per la fiducia accordatam­i e per aver sempre rispettato la piena autonomia del mio ruolo istituzion­ale pur nell’assidua condivisio­ne degli obiettivi.

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Il Regio di Parma. Nella pagina precedente abbozzi della “Traviata”
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Folla al loggione del Teatro Regio
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