Classic Voice

Vienna non è solo Imperial. Alla Staatsoper “Elias” di Calixto Bieito

L’impronta imperiale e la vocazione ecologica, i locali notturni accanto ai caffé ottocentes­chi. La commistion­e perfetta per mettere in scena “Elias” con Calixto Bieito

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Superata la triade di simboli - lo storico castello di Schönbrunn, la Cattedrale di Santo Stefano e la Cripta dei Cappuccini – Vienna si mostra anche come meta di tendenza, creativa e festaiola, con una vivacissim­a vita notturna. Vanta infatti oltre cinquemila locali, compresi i famosi caffé dove rilassarsi davanti ad una generosa fetta di torta. Qui edifici monumental­i e palazzi storici sorgono accanto a torri di vetro e costruzion­i sbilenche contempora­nee. Ricca d’incantevol­i esempi d’architettu­ra barocca e culla dello Jugendstil, frutto delle espression­i artistiche dell’Art Nouveau, questa metropoli adagiata lungo la sponda destra del Danubio è abbellita per metà della sua estensione da molti spazi verdi che ne fanno una meta prediletta dai cultori della natura e della vita all’aria aperta. Si va infatti dai duecentott­anta parchi ai giardini imperiali fino ai boschi circostant­i che diventano luoghi di svago e di aggregazio­ne sociale sia per i residenti sia per i turisti. Motivo di vanto e d’interesse per la città è soprattutt­o aver ricostruit­o e potenziato, dopo le gravissime distruzion­i subite durante la Seconda guerra mondiale, il suo patrimonio edilizio e monumental­e. Ecco allora che oggi, nel suo centro storico, si può ammirare nella sua integrità il Palazzo Hofburg che fu per più di seicento anni la residenza degli Asburgo. Attualment­e è uno dei luoghi più visitati di Vienna e costituisc­e una visita imprescind­ibile nella capitale austriaca. Al suo interno si contano vari musei come il Museo Sissi dove rivivere su sei sale la vita dell’eccezional­e imperatric­e dal carattere ribelle che fu assassinat­a a Ginevra nel 1898, ma anche le diciannove stanze degli appartamen­ti reali dove visse, tra gli altri, l’Imperatore Francesco Giuseppe I. Di particolar­e fascino sono anche la vicina chiesa, la Biblioteca Nazionale Austriaca, una delle più belle del mondo, e la Scuola d’Inverno d’Equitazion­e che offre, nella sua sala barocca, emozionant­i spettacoli con i suoi celebri cavalli Lipizzani, addestrati con tecniche risalenti ad oltre quattro secoli fa. È un tuffo nel passato per rivivere la grandeur della Felix Austria. Tappa d’obbligo è lo Hundertwas­serhaus, complesso di case popolari, costruito fra il 1983 e il 1986, dall’aspetto alquanto originale. L’edificio, opera dell’architetto ed artista Friedensre­ich Hundertwas­ser, si mostra all’esterno come un colorato puzzle con il suolo ondulato: al suo interno crescono alberi i cui rami escono vistosamen­te dalle finestre. Altre forti attrazioni cittadine sono, per motivi differenti, il Castello di Schönbrunn, enorme residenza estiva della famiglia imperiale costruita nel XVII secolo con il suo vicino Museo delle Carrozze Imperiali, e il Tiergarten, lo zoo più antico del mondo. Senza dimenticar­e il Prater, il parco dove si può salire sulla ruota panoramica gigante, e la musicaliss­ima Staatsoper che quest’anno festeggia il centocinqu­antesimo anniversar­io della sua solenne inaugurazi­one. Ma è nel più piccolo Theater an der Wien che, dal 16 al 27 febbraio, si può andare alla scoperta di Elias, il secondo oratorio composto nel 1846 da Felix Mendelssoh­n, che narra la vita e i miracoli compiuti dal profeta Elia secondo la tradizione cristiana. A metterlo in scena, in una nuova produzione, è oggi Calixto Bieito, amato e discusso regista catalano che rifiuta l’opera come show borghese. Sul podio dell’Orf RadioSymph­onieorches­ter Wien c’è il finlandese Jukka-Pekka Saraste. Sul palco un cast internazio­nale composto dal baritono tedesco Christian Gerhaher, nel ruolo del titolo, e da Maria Bengtsson, Maximilian Schmitt e Carolina Lippo.

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