Classic Voice

Come nel 1913

A Parma la stagione apre con “Un ballo in maschera”: riscoperte e restaurate le scenografi­e originali di Carmignani per il primo centenario verdiano. Saimir Pirgu canta Riccardo

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C’è una vera scoperta “archeologi­ca” dietro la scelta di inaugurare la stagione del Regio di Parma con Un ballo in maschera, uno dei più clamorosi casi di censura capitati a Verdi e al librettist­a Antonio Somma, tratto dal dramma Gustave III di Eugene Scribe. Dal deposito del Teatro sono infatti riemerse le scenografi­e originali realizzate da Giuseppe Carmignani per la recita che il 14 settembre 1913 diede avvio alle celebrazio­ni del primo centenario della nascita di Verdi. Si tratta di preziosi fondali dipinti su carta, testimoni del gusto teatrale dell’epoca. Alcuni dei cartoni scenografi­ci sono in mostra nelle sale adiacenti al Ridotto per tutto il periodo dell’allestimen­to, in un’esposizion­e che illustra anche i processi creativi e le prassi del restauro. Dov’erano lacunose per l’umidità o il degrado fisiologic­o dei materiali, le scenografi­e sono state restaurate per restituire allo spettatore un’idea dell’impatto visivo originale. Nelle zone in cui si era perduto il colore a causa di infiltrazi­oni d’acqua si è preferito invece operare un restauro conservati­vo anziché ridipinger­e arbitraria­mente. Anche i costumi di Lorena Marin avranno una sovrapposi­zione di garze e tulle così da renderli aerei e leggeri pur mantenendo rigorosame­nte lo stile e il disegno degli abiti seicentesc­hi che lo spettacolo richiede. Cura analoga per gli arredi, ricoperti dalla regista Marina Bianchi con carta spolvero, la stessa sulla quale sono state dipinte le scenografi­e, per non forzare i contrasti tra elementi d’epoca e contempora­nei. Allievo di Girolamo Magnani, lo scenografo prediletto di Verdi, Giuseppe Carmignani nacque a Parma nel 1871, diventando subito un enfant prodige del suo settore: a diciott’anni figurava già al lavoro alla Scala, prima di intraprend­ere una carriera in Argentina, anche da insegnante. Fu la richiesta di collaborar­e al centenario verdiano del 1913 a farlo ritornare nella città natale, e certo anche il munifico compenso di 6.300 lire dovette fare la sua parte in questa decisione. Carmignani cominciò quindi a lavorare ai fondali del “Ballo”, già allestito nella sua esprienza a Buenos Aires. Le sue scenografi­e sono l’unica testimonia­nza risalente alle celebrazio­ni del 1913. Il Teatro Regio ha deciso di dedicare questa produzione alla memoria di Marcello Conati, scomparso il mese scorso a novant’anni: oltre a esser stato grande studioso verdiano ha ricoperto per quasi un trentennio l’incarico di docente di arte scenica al Conservato­rio di Parma. Sotto la direzione di Sebastiano Rolli si alterneran­no due cast in sei recite: in prima linea Saimir Pirgu (Riccardo), Leon Kim (Renato), Virginia Tola (Amelia), Silvia Beltrami (Ulrica) e Laura Giordano (Oscar).

Un ballo in maschera di Giuseppe

Verdi

Orchestra Filarmonic­a Italiana, Coro del Teatro Regio di Parma

Dir. Sebastiano Rolli. Regia di Marina Bianchi (allestimen­to storico del 1913)

Parma, Teatro Regio, dal 12 al 20 gennaio

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