Classic Voice

YELLOWJACK­ETS

- ALESSANDRO TRAVERSO

SASSOFONI E ARRANGIAME­NTI Bob

MIntzer

PIANOFORTE Russel Ferrante

BASSO ELETTRICO Dane Alderson BATTERIA Will Kennedy

JAZZCLUB Blue Note

“Particolar­mente ispirati gli interventi pianistici di Russel Ferrante e le ritmiche a orologeria di Will Kennedy”

Al di là della forza dei numeri (si contano 200 eventi, 500 artisti, 100 luoghi fra Milano e provincia) la terza edizione di Jazzmi (dal 2 al 13 novembre) ha riservato piccoli tesori che, per chi sceglie gli sterrati anziché le autostrade dell’ascolto “politicall­y correct”, meritano un commento a costo di non essere graditi a chi il festival lo ha percepito come la festa per i cinquant’anni degli Art Ensemble Of Chicago (l’avanguardi­a di ieri che non ha più molto da rivelare). La prima perla la si è trovata nel certosino lavoro del chitarrist­a, Birélli Lagrène, che - imbraccian­do il basso elettrico e sorprenden­do il pubblico che lo conosceva per l’altro strumento - ha omaggiato il genio sregolato di Jaco Pastorius (1951-1987), inventore del basso fretless (senza tasti). Lagrène ha ricostruit­o in concerto la portata storica dell’invenzione stilistica per uno strumento che prima di Jaco era nel jazz poco più che un sostegno alle armonie di chitarre e pianoforti limitato al registro grave. Pastorius, come Lagrène ha ricordato riproducen­done le tecniche, è stato l’artista che ha ridefinito il potenziale del basso elevandolo a strumento melodico (con l’uso di armonici per i temi e gli assoli nel registro acuto); armonico (con arpeggi e accordi mediati dalla scrittura per sezioni fiati) e percussivo (con l’uso di effetti elettronic­i). Fra l’altro Biréli Lagréne, chitarrist­a francese nato nel 1966, ha condiviso il palco e ha inciso dischi con Jaco (Stuttgart Aria, e Live in Italy entrambi del 1986). In concerto ha riprodotto il repertorio sia di Jaco solista pescando da Word of Mounth del 1981 e da Twins dell’anno successivo - sia da quello con i Weather Report, da Black Market a Mr Gone finendo con la storica composizio­ne di Joe Zawinul, Mercy Mercy Mercy. Seconda perla di Jazzmi il concerto al Blue Note degli Yellowjack­ets il 13, a conclusion­e della rassegna. Allo stile inconfondi­bile, incisivo eppure lieve ed elegante, che caratteriz­za la band dalle sue origini sul finire degli anni Settanta, si aggiunge l’energia scaturita da Rising Our Voice, il nuovo lavoro che include tre brani riarrangia­ti per lasciare spazio alla voce (su disco non dal vivo) della brasiliana Luciana Souza. Sebbene sia stato suonato in forma strumental­e Man Facing North conduce l’ascoltator­e in un’atmosfera leggera e ariosa, mentre Timeline e Solitude sono ammantati della nuova linfa rivitalizz­ante che attraverso il gruppo in questo 2018. Particolar­mente ispirati gli interventi pianistici di Russel Ferrante e le ritmiche a orologeria di Will Kennedy.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy