Vittorio Montalti atterra su Marte nel segno di Flaiano
Un’opera ispirata a Ennio Flaiano al Costanzi; poi uno spettacolo sulla tragica fine delle inviate di guerra e un dramma su Giordano Bruno per Nuova Consonanza
Una prima assoluta e un festival di musica contemporanea. Parla la lingua dell’oggi il novembre di Roma, che divide la scena tra la nuova opera di Vittorio Montalti Un romano a Marte (regia di Fabio Cherstich con le scene di Gianluigi Toccafondo, direzione di John Axelrod) e il Festival Nuova Consonanza che apre il 13 novembre all’ex Mattatoio di Testaccio con lo spettacolo “In piena luce”, dedicato alle giornaliste che hanno pagato con la vita la loro ricerca di verità (Monica Bacelli canta musiche di Clara Wieck, Fanny Mendelssohn e Lili Boulanger). È il primo di 20 appuntamenti che fino al 21 dicembre animeranno anche Teatro Palladium, MACRO Asilo e Teatro di Tor Bella Monaca, con la possibilità di ascoltare in prima assoluta giovani compositori da Brasile, Cina e Russia affiancati dai “classici” come Ives, Glass, Scelsi, Henze e Sciarrino, senza dimenticare l’opera Giordano Bruno con musica di
Enrico Marocchini su libretto di Mario Moretti, che ripercorre i momenti del processo subito dal filosofo (20/11 Villa Torlonia). Clima ben diverso nella nuova opera di Montalti (nella foto, ndr), che al Teatro dell’Opera dal 22 al 24 novembre rievoca la città che stava al centro del mondo, in un Novecento in cui l’umanità era in grado di ispirare cinema e teatro per molte generazioni a venire.
di Vittorio
Montalti
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera
Dir. John Axelrod. Regia di Fabio Cherstich
Roma, Teatro dell’Opera, 22, 23 e 24 novembre