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I teatri delle Marche alzano il sipario sulla nuova stagione: inaugurazi­one con l’ultima opera di Puccini nella versione incompiuta del 1926, senza finale. Come volle il Maestro

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Qui finisce l’opera, perché a questo punto il Maestro morì”. Il 25 aprile 1926 voltandosi verso il pubblico della Scala, Toscanini dettò una delle frasi più famose pronunciat­e da un direttore sul podio. La prima rappresent­azione mondiale di Turandot

s’interruppe sul fatidico Mi bemolle che conclude la scena della morte di Liù. Franco Alfano e in tempi più recenti Luciano Berio hanno proposto il loro finale. Ma la Fondazione Rete Lirica delle Marche ha deciso di rispettare la volontà di Toscanini (e forse anche di Puccini?) per inaugurare la nuova stagione con la regia che Pier Luigi Pizzi elaborò per lo Sferisteri­o di Macerata. La direzione è affidata a Pietro Rizzo: sei recite dal 7 al 23 novembre tra Fermo, Fano e Ascoli con Tiziana Caruso nel ruolo del titolo, Francesco Pio Galasso in Calaf

e Maria Laura Iacobellis in Liù. La stagione della Fondazione Rete Lirica delle Marche proseguirà con Carmen per la regia di Paul-Émile Fourny, una coproduzio­ne che coinvolge anche la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi e l’Opéra-Théâtre de Metz Métropole (dirige Beatrice Venezi). Terzo e ultimo titolo L’Italiana in Algeri (regia di Cecilia Ligorio, direttore Vincenzo Milletarì).

Turandot di G. Puccini Orchestra Filarmonic­a Marchigian­a Dir. Pietro Rizzo. Regia di Pier Luigi Pizzi

Fano, Fermo, Ascoli, dal 7 al 23 novembre

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