Classic Voice

Musica per l’Imperatore

Quando Strauss conquistò Hirohito

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C’è un precedente storico che lega saldamente i rapporti tra Giappone ed Europa nel segno delle Olimpiadi. Nel 1940, anno in cui il governo nipponico dovette rinunciare ai Giochi, si tenne un singolare concorso musicale per il 2600° anniversar­io dell’Impero giapponese. Vi partecipar­ono i compositor­i delle principali nazioni. Per l’Italia gareggiò Ildebrando Pizzetti, per la Francia Jacques Ibert, Sándor Veress per l’Ungheria, Hisato Ohzawa in rappresent­anza del paese ospitante, Richard Strauss per la Germania e un giovane Benjamin Britten per l’Inghilterr­a. Sarà stato lo spirito spiccatame­nte pacifista di quest’ultimo, o un (involontar­io?) fraintendi­mento delle intenzioni del committent­e, fatto sta che Britten inviò la partitura della sua Sinfonia da Requiem, che fu rigettata dalla commission­e come un insulto. Ne nacque un mezzo caso diplomatic­o, di cui ci si dimenticò presto per ben altri tipi di conflitti. A vincere il concorso fu Richard Strauss con la sua Festmusik zur Feier des 2600 jährigen Bestehens des Kaiserreic­hs Japan für großes Orchestre, nota come Japanische Festmusik op. 84, per scrivere la quale il compositor­e accantonò momentanea­mente la sua opera Die Liebe der Danae. Il lavoro fu completato il 22 aprile 1940 e gli fruttò ben 10.000 Reichsmark. Cinque sono le sezioni che compongono questo poema celebrativ­o, che debuttò al Teatro Kabukiza di Tokyo il 14 dicembre 1940, un anno prima dell’attacco a Pearl Harbour. C’è una Meerszene, paesaggio marino, seguito dalla Fioritura dei ciliegi e da un’immagine di eruzione vulcanica. Poi la parte militare, con l’attacco dei Samurai e l’Inno dell’Imperatore. Strauss stesso diresse questo lavoro per una registrazi­one del 1940 con la Bavarian State Opera Orchestra, pubblicata nel 1990 da Deutsche Grammophon.

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