RUBINSTEIN
SONATE PER 3 PIANOFORTE N.1 E
Ludovico PIANOFORTE
Troncanetti Movimento CD Classical MVC 001/43 ★★★★
Ancora considerato un compositore di nicchia all’interno dei programmi discografici, e pochissimo citato nei recital concertistici, Anton Rubinstein (18291894) è un musicista la cui fama è inversamente proporzionale al numero di lavori composti per il proprio strumento e alla celebrità raggiunta durante la seconda metà dell’800 come pianista e interprete di un repertorio molto vasto che venne presentato anche nel corso di una serie di recital storici. Occorre certamente una mano capace di dominare con facilità le estensioni spesso proibitive di una scrittura che non risparmia grandi masse accordali, salti e altre figurazioni di non facile approccio, ma soprattutto è necessaria una sorta di vocazione verso il repertorio inusuale e diciamo pure un’affezione particolare verso il personaggio che ebbe un’influenza così profonda sui giovani studenti soprattutto in Russia. Eseguita badando solamente alle note, la
maggior parte della musica di Rubinstein può non riuscire del tutto convincente. Non è questo il caso di molti temi che ascoltiamo in queste sonate, purtroppo del tutto ignorate da alcuni interpreti carismatici che avrebbero potuto in passato rovesciare l’infausta prognosi relativa alla musica di Rubinstein. Troncanetti ha però tra le altre cose il merito di credere profondamente nella figura e nell’operato del nostro musicista, e lo si percepisce in maniera lampante dall’ascolto di questo nuovo disco. Di origini senesi, non ancor trentenne, Troncanetti ha avuto la fortuna di studiare e collaborare con il grande pianista australiano Leslie Howard, che gli ha dischiuso la strada verso un repertorio insolito, da lui affrontato con grande passione. Nel caso di Rubinstein, il giovane interprete di questo cd si è dedicato con entusiasmo a qualche Concerto per pianoforte e orchestra e alle quattro Sonate, già incise da Howard, proponendo coraggiosamente tali pagine in pubblico. Coraggiosamente perché sappiamo quanto restii siano gli organizzatori ad evadere da una pur felice routine a base di Chopin e Beethoven. Troncanetti non solamente ha i mezzi per affrontare una scrittura che dicevamo non essere alla portata di tutti, ma comunica all’ascoltatore questo interesse tutt’altro che accademico per una figura mitica di pianista-compositore che merita senz’altro di essere riscoperta e approfondita. È un compito non facile anche perché molti degli spartiti pianistici di Rubinstein sono tutt’altro che agevoli da reperire e a volte sono protagonisti di una vera e propria caccia al tesoro. Ben venga l’idea di continuare una esplorazione che porti alla luce inediti discografici di probabile grande interesse per una più completa analisi del patrimonio musicale russo e delle sue influenze nel resto d’Europa.