EINAUDI
SEVEN DAYS WALKING PIANOFORTE Ludovico
Einaudi 7 CD Decca 4819049 ★★★★
Strano parlare di musica che tutti, molti, hanno già conosciuto e sentito. Ma è il tempo del web, che detiene diritti di prelazione intoccabili, oltre che di prelievo forzoso, gratuito e impunito, se lasciato senza freni. Ma non è questo il caso.
Seven Days Walking da mesi è “album classico” online, anzi primo album con record di streaming, due milioni al giorno, appena uscì. Quel che oggi cambia, e ci troviamo in mano, è la sua conversione in oggetto editoriale: box di sette cd in edizione limitata, con arricchimenti grafici. Un percorso dall’immateriale al materiale che sarà probabilmente acquisito domani e sempre, con una sua logica e una sua forza consolatoria.
Seven Days Walking è anche la combinazione di due estremi: la lingua minimale, di cui Einaudi è uno dei padroni più esperti, e il pensiero ciclico. Il tutto nasce - dopo Wagner e Stockhausen, anni luce lontani da Wagner e Stockhausen - per distribuire su un arco lungo “sensazioni raccolte nel corso di una camminata lungo lo stesso percorso in sette giorni diversi”. In musica pura, via dal teatro e dal poema sinfonico, il principio motore è quello della Variazione, che ha generato nel tempo le opere più rivoluzionarie. Qui non si pretende né si chiede tanto: Einaudi semplicemente si lancia, con sensibilità tutta sua, in un esercizio di stile ancor più severo di sempre: disporre le sue invenzioni, così vicine al silenzio, in uno spazio insolitamente dilatato.
Dai 10 pezzi del Giorno Uno, le cinque stazioni intermedie muovono varianti che l’ultimo album, il Giorno 7, condensa e sintetizza sul solo pianoforte. In realtà, anche tutte le stazioni precedenti hanno il pianoforte come voce principale, ma secondo quella formula einaudiana da famiglia allargata che usa gli archi come “alone”, coda, prolungamento della tastiera. Delicatamente ma con effetti non decorativi.
Non ci sono salti e sorprese. Il mondo poetico di Einaudi è fatto di poche note e di accordi distillati che non si allontanano dalla tonalità e rimangono in tensione grazie a permutazioni ripetitive. Le variazioni sono esercizi minimi, resi ancor più sottili dall’arco lungo, ma le deviazioni tematiche e i passi laterali restano avvertibili all’orecchio, educato e non. La lunga distanza rende l’esercizio più intenso perché Seven Days Walking cammina più vicino al tempo sospeso e corteggia più spesso il silenzio.