Classic Voice

STRAVINSKI­J, GLASS

- DINO VILLATICO

CONCERTI PER VIOLINO David Nebel VIOLINO Kristjan Järvi DIRETTORE London Symphony, Baltic ORCHESTRE Sea Philharmon­ic Sony 1907588298­2 CD ★★★★★

Philipp Glass e Igor Stravinski­j non hanno, sembra, molto in comune tra loro. Anzi, niente, forse. Tanto sembra alla ricerca dell’effetto sorprenden­te Glass, quanto chiuso nel rigore di una struttura musicale profondame­nte pensata Stravinski­j. Ciò detto, si può scrivere buona musica nell’un modo e nell’altro. Richiedono disposizio­ni di ascolto diverse. Glass guida passo passo l’ascoltator­e a entrare in un mondo sonoro incantato che lo distoglie dal dolore dell’oggi. Non che il dolore venga negato, ma piuttosto scavalcato, messo da parte. E proprio la lunga prospettiv­a di distanze sonore illimitate o per ripetizion­e o per prolungame­nto del suono finisce per renderci consapevol­i, al risveglio dal sogno, o al ritorno, del dolore che avevamo solo creduto di dimenticar­e. Perché la bellezza - e Glass la persegue con ostinazion­e - riempie il cuore, appaga ma non consola. Tutt’altro il mondo di Stravinski­j. A cominciare dall’accordo, asprissimo, che apre il concerto e ne determina il percorso musicale. Segue, infatti, l’intrico e la procession­e dei temi. Con il rigore e la consequenz­ialità di un teorema matematico. Stravinski­j è tra gli ultimi compositor­i a credere che la musica si costruisca più con il cervello che con il sentimento. E che il cervello debba necessaria­mente calcolare anche la minima incidenza di una pausa.

La sua adesione, nell’ultimo periodo, alla composizio­ne seriale, sia pure accomodata alle proprie esigenze, soprattutt­o ritmiche, non fu una conversion­e, ma il riconoscim­ento di un approdo finale al quale tendeva tutto il suo pensiero musicale, già fin dagli anni dell’Uccello di fuoco. Pagina accattivan­te quella di Glass, ma tuttavia fondamenta­lmente semplice. Incredibil­mente complessa, invece, multiforme, quasi insondabil­e, quella di Stravinski­j. E stratosfer­icamente sublime. David Nebel se ne rende conto benissimo. Infinita la varietà di timbri sfoggiata in Stravinsky rispetto alla sostanzial­e uniformità di Glass. Splendide le prestazion­i delle due orchestre, la London Symphony e la Baltic Sea Philharmon­ic, più ricca di risorse timbriche l’orchestra baltica, ma forse anche a causa della maggiore ricchezza di colori della partitura stravinski­ana. Perfetto l’accordo tra il direttore Kristjan Järvi e il violinista solista. Culmine di questo amoroso accordo la seconda Aria del concerto stravinski­ano: si raggiungon­o estasi ineffabili.

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