COMPOSITRICES À L’AUBE DU XX SIÈCLE
FLAUTO Juliette Hurel PIANOFORTE Hélène Couvert CD Alpha 573 ★★★★★
Se esiste la reincarnazione e io rinasco donna giuro che rinasco donna biliosamente femminista. Né vale la giustificazione - spudoratamente maschilista - che le concezioni sociali, e dunque anche di genere, cambiano con le epoche.
I ragionamenti che fa Manzoni sulla caccia all’untore nel Seicento milanese valgono per tutti i luoghi e per tutte le epoche: non solo per i pregiudizi sui contagi, ma anche per la supposta inferiorità delle donne, sono sempre esistiti, infatti, gli strumenti che permettono di comprendere come la differenza di genere non sia differenza di valore. Faccio un solo esempio. A dispetto della tradizionale svalutazione del contributo femminile allo sviluppo del pensiero, che si legge perfino nelle pagine del più grande filosofo dell’antichità e forse di ogni tempo, Aristotele, nelle pagine del suo contemporaneo e certamente non meno grande, e comunque suo maestro, Platone, si legge invece che il peso inferiore che la donna ha nello sviluppo del pensiero umano dipende solo - Platone scrive proprio così: solo! - dalla differente educazione che s’impartisce al bambino e alla bambina. Altrimenti, aggiungiamo noi, come si spiega una Saffo o una Corinna? Fanny Mendelssohn, Clara Wieck Schumann, Alma Schindler Mahler sono solo tre delle compositrici che videro sacrificata o ridimensionata la propria creatività o dal fratello o dal marito. Il che non impediva né al fratello né ai mariti di dichiarare di amarle sconfinatamente. Ancora più esemplare la vicenda di Cornelia Goethe, ammirata e incoraggiata dal fratello - ma era Goethe! e nel suo salotto nacque lo Sturm und Drang - ma ostacolata, repressa, e di fatto uccisa dal marito, che la rese incinta pur essendogli stato detto che ciò avrebbe messo a rischio la vita della moglie. Più respirabili aure si respirano in Francia. Ma non a caso ci fu anche una Rivoluzione. Da Béatrice de Die a Marie de France a George Sand a Colette sembra che in Francia la donna abbia maggiore spazio nella società. E sono, come Cornelia Goethe a Francoforte, regine dei salotti. Da Madame du Deffand a Marie D’Agoult (l’amante di Liszt) alla vedova di Bizet - trasfigurata e immortalata da Proust nella figura di Odette - i salotti parigini hanno determinato in gran parte lo sviluppo della cultura francese. Tra fine Ottocento e primo Novecento appare una serie di compositrici notevoli. Il grande pubblico conosce Nadia Boulanger, perché maestra di molti compositori del Novecento (tra gli altri Elliott Carter). Ma sua sorella Lili, morta giovanissima nel 1918 a soli 25 anni, è davvero stupefacente. Accattivanti, però, anche tutte le altre: Mel Bonis (1858-1937), Clémence de Grandval (1828-1907), Cécile Chaminade (1857.1944), Augusta Holmès (1847-1903). Juliette Hurel, al flauto, e Hélène Couvert, al pianoforte, interpretano in questo bellissimo cd alcune composizioni per flauto e pianoforte. De
bussy e Ravel non nascono in un deserto. Ma nemmeno Milhaud o Poulenc. Un’incisione, questa, da godersi tutta, con abbandono, da cima a fondo. In particolare l’Adagio della Sonate e la delicata Pièce di Bonis, il Nocturne di Lili Boulanger, il Prélude e il Menuet, quasi raveliano, dalla Suite di Grandval, la raffinata Sérénade aux étoiles di Chaminade, e le deliziose Trois Pièces di Holmès.