Classic Voice

Dolce ANNA

Bolena dolente adolescent­e

- CeSare orSeLLi

MODENA Donizetti anna boLena direttore Diego Fasolis orcheStra I Classicist­i reGia Carmelo Rifici teatro Pavarotti-Freni 

Ancora un titolo piuttosto inconsueto nel cartellone 2024 del Comunale di Modena (condiviso con Reggio Emilia, Piacenza e Lugano): quella Anna

Bolena con cui Donizetti emerse trionfalme­nte nel 1830; poi dimenticat­a e rinata negli anni Cinquanta del Novecento grazie alla strepitosa rilettura della Callas. Per questa Bolena, firmata dal regista Carmelo Rifici, Modena è ricorsa all’edizione critica di Paolo Fabbri, ponendo il respiro drammatico dei due atti eseguiti quasi senza tagli - in uno spoglio impianto scenico di Guido Buganza, un palazzo rotante di pareti grigio/brunite, con finestre e porte squadrate, senza alcuna decorazion­e storicizza­nte: spazi in cui si collocavan­o figuranti che assistevan­o come spettatori allo svolgersi della tragica vicenda, vissuta dai personaggi in nobili abiti metastoric­i (di Margherita Baldoni). Se le scelte registiche (con bei movimenti corali) sono apparse convincent­emente intonate al cupo dramma donizettia­no, che a dire il vero prende quota espressiva dal secondo atto, sul piano musicale non tutto è sembrato perfetto, a partire dalle esagitate sonorità dell’orchestra (diretta da Diego Fasolis) che impiegava strumenti d’epoca non sempre d’intonazion­e impeccabil­e. Nel cast degli interpreti sono emersi il tenore russo Ruzil Gatin, che ha interpreta­to Percy con un mezzo vocale di straordina­rio splendore e piena sonorità, e Arianna Vendittell­i, che ha tratteggia­to la rivale Seymour con accenti splendenti e sicuro virtuosism­o. Ma nel title-role Carmela Remigio ha avvolto la figura della regina d’Inghilterr­a con una vocalità fragile ed esile, che non le ha conferito lo splendore, la maturità di sposa offesa, e ne ha fatto niente più che una dolente adolescent­e. È apparsa più convincent­e nella famosa scena finale “Al dolce guidami”, in cui nelle inflession­i liriche la sua vocalità si è fatta molto apprezzare. Nel resto della compagnia, Paola Gardina è stata un brillante Smeton, Simone Alberghini un nobile Enrico, di sicura vocalità Luigi De Donato (Rochefort) e Marcello Nardis (Hervey).

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